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Luca Chiomenti  1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20

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dei minidiffusori.
La stampa ha un ruolo preciso: informare, questo è da sempre lo scopo di una rivista specializzata. Informare vuol dire divulgazione di idee così come la presentazione al pubblico di nuovi apparecchi, insieme ad una loro analisi con dei giudizi che, senza la pretesa di essere "assoluti", aiutino i lettori ad orientarsi nelle scelte. In questo senso credo che la stampa abbia tuttora un peso, cioè sia in grado di far conoscere al pubblico oggetti che altrimenti resterebbero nell'ombra. Al contrario di quanto sostengono alcuni, ritengo che alcune testate abbiano ancora una buona dose di credibilità presso i lettori e che ci tengano a mantenerla. D'altro canto non credo che la stampa abbia oggi un reale potere di "controllo" sul mercato, ovvero che sia in grado di "muoverlo" in maniera pesante o determinante nel suo complesso. Può al limite influire un poco ma credo che fondamentalmente ne rappresenti uno specchio. In questo senso credo vada visto il rapporto tra minidiffusori e stampa: sono richiesti, per questo se ne parla, non viceversa.

C'è da chiedersi: perché i minidiffusori sono richiesti?
Un minidiffusore di fatto è un sistema a tre vie, nel quale il midrange è un po' troppo pesante (quindi lento) e nel quale la terza via, quella dei bassi, semplicemente si sono dimenticati di metterla...
Scherzi a parte, ci sono numerosi motivi "pratici" per cui i minidiffusori incontrano tanto favore. Da un lato, minore impatto ambientale apparente, ovvero presunta maggiore facilità di collocazione dal punto di vista "estetico" con migliore WAF (spesso sono definiti più "carini"). Dall'altro, maggiore facilità di installazione anche dal punto di vista audio: un diffusore grande in generale emette le basse frequenze e questo facilmente mette in luce i problemi di acustica ambientale. Correggerli, per avere un risultato valido, spesso viene ritenuto fuori dalla portata dell'appassionato o, anche se vi rientra, comporta ulteriore impegno sia economico sia di spazio.
Il minidiffusore risolve alla radice il problema: non emette le basse frequenze e quel che non c'è non può dare fastidio. Di più: quel poco che i "mini" emettono in bassa frequenza viene spesso esaltato dall'ambiente al punto che il risultato può apparire nel complesso gradevole. Minori ingombri, minori costi complessivi, maggiore facilità: come si può

criticare le preferenza data ai minidiffusori? Resta solo da chiedersi: e... la musica? Meglio lasciar perdere, altrimenti non finiamo più.

Grandi sistemi e sistemi grandi
A mio avviso un sistema grande ha sì, rispetto al minidiffusore, il vantaggio di riuscire ad emettere uno spettro più completo, ma se la sua efficienza è bassa la differenza si ferma lì e, tenuto conto delle maggiori difficoltà di gestione, non so se nel complesso il guadagno sia così grande. In altri termini non trovo che un diffusore grande ma di bassa efficienza sia molto meglio di un minidiffusore (in ogni caso poco efficiente, per necessità fisiche): a mio avviso si classifica come "appena meglio". Ritengo che la vera differenza in termini di risultato la faccia
l'efficienza del sistema di diffusori e, come ho più volte affermato anche in recenti articoli, quando l'efficienza cresce crescono anche le dimensioni (non vale necessariamente il viceversa).
In quest'ottica sui sistemi degli anni '70 ed '80 occorre essere molto cauti e distinguere tra "grandi sistemi" e sistemi grandi. I
grandi sistemi sono sempre stati ben pochi in qualsiasi periodo ed hanno sempre avuto dimensioni importanti. I sistemi grandi solo come dimensioni degli anni '70 ed '80 hanno in molti casi anche dei grandissimi limiti: crossover che "si fanno sentire" in modo grave, reflex a volte ben poco allineati e con forti picchi e varie altre amenità. Pur con delle eccezioni credo che, se la gran parte dei diffusori di quel periodo è caduta nell'oblio, tutto sommato non ci sia poi così tanto da rimpiangere (così come accadrà tra 20 anni per una larga parte dei prodotti attuali). Le dimensioni da sole non bastano a fare la qualità: possono aiutare ma anche qui non mi sento di essere drastico ed userei anzi una forte cautela.

Messa a punto dei sistemi.
La vera differenza tra i diffusori, mi ripeto, a mio parere non è tanto nel "grande-piccolo" quanto nella efficienza. Per quella che è la mia esperienza i sistemi a bassa efficienza "si mangiano" una larga fetta dell'informazione che ricevono e questo li rende anche meno "reattivi" nei confronti dei tanti accorgimenti che costituiscono una parte della messa a punto (supporti, etc.). Cioè su sistemi poco efficienti appaiono come sfumature quelle che su sistemi efficienti diventano differenze piuttosto nette.
Prima però di passare a questi aspetti, che pure


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