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Luca Chiomenti  1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20

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MC30 ed attualmente ho una Ortofon MC2000, trasformatori MC Ortofon MC3000 ed Audio Tekne MCT9401. Conservo con amore varie MM tra cui una Stanton 881-S e le Shure V15-IV e V15-III e le meno note ma altrettanto valide Elac 555ED e Philips GP412. Le ultime tre sono tra quelle che più ho amato come MM e tuttora ritengo che la voce delle V15 sia raggiunta solo da pochissime MC di massimo livello (es. la Benz Ruby).
Come sorgente digitale, dopo il primo Cd Philips 304 della seconda metà degli anni '80 ho avuto in mano per poco un Pioneer, quindi sono tornato a Philips con l'880 ed infine all'inizio dei '90 al Philips 960: macchina ormai molto vecchia ma che tuttora considero di notevole livello.

Diffusori.
Dopo alcuni anni di convivenza il suono "inglese", alla B&W o Kef per intenderci, che mi aveva affascinato all'inizio degli '80, verso la fine del decennio mi mostrava anche i pesanti limiti dai quali era affetto, proprio mentre incontrava il maggiore successo sul mercato. Per cogliere i limiti di qualcosa occorre conviverci a lungo, ne sono convinto. Ormai cercavo altro. Gli spunti francesi (Audiophile) e varie prove mi spinsero ad intraprendere la strada dell'efficienza più elevata.
Cominciai ad interessarmi intensamente di ciò che oggi è diventato oggetto da collezione ma allora era guardato solo come "roba pro" più o meno vecchia: Altec, Klipsch, Tannoy, Electro Voice. Di sicuro non godeva della migliore fama in campo audiofilo, eppure c'era qualcosa che "prometteva". Per la cronaca in quegli anni avevo vari amici che suonavano e questo mi permetteva di venire in contatto anche con varie attrezzature professionali di buon livello.
Poiché avevo gravi problemi di spazio decisi di acquistare il coassiale Tannoy e mi realizzai il mobile su misura per poterlo inserire nel mio piccolissimo ambiente: era l'unico modo di inserire delle trombe in una stanza di 2,5 metri x 3. Non condividevo il dilagare dei minidiffusori ed infatti la misura del Tannoy era 15. Non centimetri, pollici. Tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90 dedicai una quantità di tempo incredibile al crossover per il Tannoy, insieme al mio fraterno amico Gianluigi Corsini (attrezzato di Clio). In quello stesso periodo erano cominciati gli esperimenti e le prove approfondite con i cavi sia di segnale, sia di potenza, sia di alimentazione (con questi ultimi avevo provato

partendo da un profondo scetticismo tecnico e la sorpresa fu a dir poco notevole).

1992-1997
A questo punto, verso l'inizio degli anni '90, intervengono due fattori che mi pongono in una condizione un po' particolare come audiofilo, cioè l'entrata nel mondo professionale (le mie prime collaborazioni con Aloia risalgono al 1991) e, quindi, la conoscenza di numerosi collaboratori di Fedeltà del Suono (che nasceva giusto 10 anni fa, al Top Audio del 1991) tra i quali, oltre ad Aloia, i validissimi Majandi e Pons, e naturalmente Binari, Costa, Carlucci etc.
Un posto a parte merita poi quel carissimo amico che è Silvio Delfino, conosciuto in circostanze diverse poco tempo prima. All'incirca dal '92-93, quando Silvio si era stabilito in modo definitivo a Milano, l'impianto in casa sua è sempre stato una strana cosa un po' in comune tra noi, con pezzi un po' dell'uno un po' dell'altro (es. sorgenti sue, ampli miei, diffusori suoi ma modificati da me e con tweeter miei ecc).
Le collaborazioni con la rivista FdS permettevano di avere numerosi apparecchi in prova e li si provava da Silvio perché l'ambiente, tra l'altro, era più grande. All'inizio anni '90 risalgono i lavori di "preparazione" delle Klipschorn. Il mio impianto personale, di casa, vedeva comunque varie altre evoluzioni, a cominciare dal cablaggio che all'inizio dei '90 era a base di Furukawa ed Acrotec per poi passare ad Audio Note ed al definitivo Audio Tekne, cavo che tuttora impiego. Gli ampli verso il 92-93 erano diventati single ended e di potenza decrescente. Sul fronte sorgenti resistevano bene il Gyrodec ed il 960 che veniva un po' modificato nel tempo ma senza eccessi. I diffusori hanno visto l'evoluzione dal primo Tannoy da 15" al secondo, da 12" in Alnico, di minore impatto in basso ma superiore nella delicata zona di incrocio, poi sostituito da un monovia sperimentato in tempi non sospetti (prima del '95). Si trattava di un vecchio larga banda Philips (non posso negare il fascino che questo marchio ha sempre avuto su di me) che mi ha fatto mettere in pensione i Tannoy.
Nel corso degli anni '90 il numero di oggetti che ho avuto modo di provare sia nel mio impianto di casa, sia in casa di Silvio è stato molto alto, spaziando dai CD player da 300 mila lire fino a pezzi Audio Note o Audio Tekne del costo di molte decine di milioni. In questo periodo il mio spostamento verso efficienze sempre più elevate si è accresciuto. Tra le tante, ci sono state le


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