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Luca Chiomenti  1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20

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anziché limitarci passivamente a fare prove di minidiffusori contribuendo alla loro diffusione, ne diciamo a ragion veduta "peste e corna". Pur se il suo concetto su "due o tre vie" è corretto, noi invitiamo a preferire sempre il tre vie, specialmente il diffusore consigliato da noi. Il concetto che tre è meglio di due è valido dal punto di vista concettuale; difficilmente un due vie nella pratica potrà essere migliore, tranne rarissime eccezioni (certi Tannoy ad esempio) o il caso di economia di realizzazione del tre vie.

Se l'audiofilo alle prime armi acquista e/o legge una rivista del tipo descrittivo non impara a considerare come riferimento o come vera hifi ciò che è divulgato? Alla luce delle mie affermazioni, pensa ancora seriamente al fatto che la stampa non abbia contribuito ad ingigantire il fenomeno dei minidiffusori? Pensa che non abbia contribuito alla diffusione di minidiffusori dal costo di diverse decine di milioni inculcando nei propri lettori la teoria che i minidiffusori fossero il massimo in tema di vera hifi?
Pensa che parlando solo e comunque dei minidiffusori, la maggior parte degli audiofili non abbia finito per credere nella loro qualità tralasciando le altre tipologie di diffusori? E che tale stato di cose non abbia contribuito all'abbandono dell'hifi di molti appassionati, come è successo a Lei per un certo periodo?
Perché leggiamo i giornali? Io penso che la stampa specializzata italiana, profit o no profit, abbia seriamente contribuito alla disfatta dell'hifi.... ed ancora continua..... Non è solo un problema dell'informazione audio specializzata, sia chiaro! La maggior parte dei quotidiani, sono l'esempio lampante dell'assenza del vero giornalismo in Italia.

LC
A domande lunghe cercherò di dare risposte brevi.
In
primo luogo credo ci sia stato qualche fraintendimento delle mie parole.

- Non ho detto che la stampa abbia avuto un ruolo "marginale" nella diffusione dei minidiffusori. Ho detto, e confermo, che secondo me le riviste hanno seguito, più che creato, questa moda. Il fenomeno a mio avviso non è affatto cominciato dalle riviste quanto da alcuni produttori che hanno proposto un certo tipo di diffusori, questi hanno avuto successo e da allora

la stampa gli ha dato spazio. E' chiaro che poi il fenomeno tende ad autoalimentarsi (quando si parla di una cosa che ha successo, questo contribuisce a mantenere quel successo che porta di nuovo a parlarne e così via) ma, ribadisco, per me non è partito tutto dalle riviste.

- Non ho mai menzionato l'opinione di alcune testate nei confronti dell'operato di altre, né ho mai pensato di farlo e questo vale sia per riviste di carta sia per quelle elettroniche.
Ho scritto testualmente: "Al contrario di quanto sostengono alcuni, ritengo che alcune testate abbiano ancora una buona dose di credibilità presso i lettori e che ci tengano a mantenerla". "Alcuni" non significa "alcune riviste", il maschile non era usato a caso ma proprio per distinguere: mi riferivo a singoli soggetti, persone, non a dei gruppi come possono essere le riviste, ed in particolare mi riferivo ad alcuni operatori del settore. Vorrei sottolineare come questi critici mi paiono abbastanza pochi in generale, almeno questo è il mio parere.

Veniamo alle domande, cioè alla seconda parte del suo scritto.

- Concordo sul ruolo formativo che possono avere le riviste ed anzi considero molto importante questo aspetto. L'ho sempre sostenuto ed incoraggiato.

- Stampa e minidiffusori
Certo le riviste in genere parlano parecchio dei minidiffusori, forse troppo, questo può essere un errore, può essere criticabile ma non esageriamo. Non mi pare aderente alla realtà affermare che le riviste parlino "solo e comunque" di minidiffusori, men che meno di mini da decine di milioni (oggetti che trovo semplicemente ridicoli). I mini che vengono proposti sono spesso oggetti economici e lo scopo non è quello di parlare di minidiffusori quanto di oggetti economici: la maggior parte dei lettori può anche sognare oggetti multimilionari ma poi deve fare i conti con il portafoglio e con i mille altri problemi già citati. E' estremamente difficile realizzare un oggetto dal costo contenuto e spesso le dimensioni ridotte sono una conseguenza necessaria ai limiti di budget. Mi pare, poi, che sulle riviste ci sia una buona varietà di proposte, capace di offrire un panorama ragionevolmente ampio ai lettori.
Porto un esempio pratico: sono andato a


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