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prove dei diffusori ad alta efficienza condotte insieme a Silvio Delfino, che hanno permesso di sondare a fondo numerosi diffusori da Klipsch a Tannoy a Lowther ad Audio Tekne a Rhedeko. Poi, mentre stavo impostando per me un diffusore tutto a tromba (perché il monovia è tanto bello ma non posso smettere di ripetere che è, sì, un ottimo compromesso, ma sempre di compromesso si tratta) una "faccenda personale" specialissima e di nome Paola mi ha indotto, nel 1997, a spostarmi da Milano a Napoli.
Dal 1998 in poi La rottura, il distacco da Milano ha liberato delle energie nuove. A Napoli sto cercando di realizzare il mio sogno: dopo tante collaborazioni con aziende e con le riviste, avere finalmente la mia azienda per costruire dei sistemi audio come dico io, senza compromessi con niente e nessuno. Il 16 febbraio 1999 è nata la Kiom. Da allora non so bene cosa considerare come mio impianto personale, anche perché i vari pezzi si sono un po' sparpagliati, qualcosa è ancora a Milano nella casa dei miei, una parte mi ha seguito a Napoli ma è a sua volta diviso tra laboratorio e casa. Oggi i sistemi di amplificazione, cioè ampli e diffusori, sono Kiom sia a casa sia in laboratorio dove, ovviamente, è presente quasi tutta la produzione Kiom. Magari di questi e di altri aspetti parleremo più avanti.
Solo una nota per concludere: ascolto molto la radio, da sempre, anche se la qualità delle emittenti italiane lascia a desiderare (i programmi Rai però sono trasmessi piuttosto bene in genere e le dirette di alcuni concerti sono imperdibili). Non li ho citati ma ci sono stati vari tuner nei miei impianti, anche se non tantissimi. Tra questi dei Kenwood, Philips e da qualche tempo ho recuperato un Marantz ST-7, a stato solido ma ancora analogico e dotato di oscilloscopio, che fa il suo dovere in laboratorio dove è acceso 24 ore al giorno, come ogni mio apparecchio.
Ci sarebbe molto altro da raccontare ma spero di avere dato con questa risposta una piccola panoramica della mia evoluzione personale di audiofilo.
HFG Davvero interessante conoscere la sua evoluzione audiofila e venire a conoscenza del suo ingresso nel mondo delle pubblicazioni
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audio. Credo che quanto ha scritto pone le basi per la realizzazione di una sua autobiografia e di questo noi di HFG siamo veramente onorati per essere stati scelti da Lei per farsi conoscere in modo appropriato dai nostri lettori. Ho notato che noi due abbiamo diverse cose in comune, soprattutto dal punto di vista audiofilo. segno che l'evoluzione dei "matti" segue una determinata strada. Una cosa mi è subito balzata negli occhi. La realizzazione ed il successivo inserimento di un diffusore a tromba in un ambiente che molti definirebbero microscopico, attuando una forma d'ascolto tipica degli ambienti esoterici giapponesi. Personalmente, anche a causa degli enormi, si fa per dire, spazi abitativi che i governi italiani ci hanno messo a disposizione, sostengo la possibilità di ascoltare in ambienti di piccole dimensioni, senza l'ausilio degli "orripilanti e cacofonici" minidiffusori. Veniamo a noi! Ci racconti la sua esperienza di "stretta" convivenza tra ambiente e diffusore, delle sue difficoltà, espedienti trovati e ci dica qualcosa di più sulle trombe Tannoy che lei ha utilizzato o per lo meno su quel progetto.
LC Ringrazio per la stima, ma non credo sia il momento di pensare ad una mia autobiografia. Preferisco mantenermi su argomenti più tecnici. Per parlare del Tannoy e di sistemi "grandi" in ambienti piccoli, occorre fare anche un cenno ai minidiffusori. Senza entrare nello specifico, ma vorrei almeno dire che non credo vadano condannati "per principio": ritengo ci siano casi, estremamente particolari, in cui il loro impiego possa avere un senso. Si tratta però di casi davvero estremi. In ogni altra situazione domestica un minidiffusore costituisce un compromesso. Non è il caso di scaldarsi più di tanto: si accettano molti compromessi nella vita perché ci sono sempre molte esigenze diverse da mettere insieme. A mio avviso l'impiego di un minidiffusore costituisce un compromesso pesantissimo per una riproduzione di qualità della musica, ma non per questo esso va considerato inaccettabile. Si può essere appassionatissimi di automobili sportive ed avere una tranquilla due volumi: è un compromesso, l'importante è essere ben coscienti. Trovo inaccettabile che il gravissimo compromesso alla base di qualsiasi minidiffusore venga ignorato o, peggio, negato e che, ancora peggio, il risultato venga proposto come la quintessenza della riproduzione del suono. Si arriva addirittura a (Continua a pagina 5)
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