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(Continua da pagina 18)
che gli appassionati danno ai vari aspetti degli apparecchi è estremamente variabile. L'estetica per esempio gioca un ruolo importante. Quanto alla sostanza ed alla tecnica, non è così raro incontrare appassionati che vogliono a tutti i costi un ampli che sia: grosso (fa figura), pesante (vuol dire che è solido...), ben rifinito (deve stare in salotto), che impieghi una certa valvola, possibilmente esotica o che comunque si accenda come una bella lampadina ed infine che costi poco. Come poi effettivamente l'apparecchio sia costruito o quale risultato fornisca (musicale e strumentale) in fondo poco importa, per non parlare dell'affidabilità. Per fortuna ci sono anche appassionati molto diversi, che attribuiscono pesi diversi ed apprezzano altri aspetti: in primo luogo i risultati musicali e strumentali consistenti, quindi una costruzione estremamente curata ed apparecchi dotati di una affidabilità totale. L'affidabilità è un'altra mia fissazione, cerco di costruire apparecchi con un dimensionamento particolare dei componenti, in modo che ad esempio non prevedano sostituzioni di valvole prima dei 15-20 anni di "servizio ininterrotto", ovvero come li impiego io: accesi 24 ore al giorno, 365 giorni all'anno. Non sto scherzando, spesso chi viene in laboratorio per la prima volta, anche se crede di conoscere le mie abitudini, se mi vede aprire e scopre che gli apparecchi sono accesi mi chiede "ma tu allora non li spegni mai" ed io: "no, mai, lo ripeto sempre", "si, ma proprio mai: neanche la notte?!?", "no, neanche la notte: perché dovrei?" la conversazione di solito si interrompe qui, con un silenzio imbarazzato. A mio avviso con un uso normale (anche pesante, 8-10 ore al giorno tutti i giorni) le valvole sugli apparecchi Kiom dovrebbero risultare pressoché inesauribili. Per questi risultati non occorrono i componenti "giganti", che sono solo fumo negli occhi, bensì dimensionamenti oculati, con un attento impiego di tutte le parti ed anche se non tutti gli appassionati danno lo stesso peso a questi problemi, qualcuno che risulta sensibile ed apprezza c'è. Un altro problema che si "scopre" è la confusione che spesso il pubblico compie tra la produzione artigianale di alta qualità, la produzione industriale e l'autocostruzione. L'artigianato di alto livello, quando è realmente tale, ha vari punti in comune con le produzioni industriali (originalità e "spessore tecnico" dei progetti, ricerca e sviluppo, impiego di componenti esclusivi, mantenimento di valore nel tempo
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dell'oggetto, affidabilità, costanza di prestazioni, assistenza) ed alcuni che se ne differenziano (possibilità di selezioni superiori dei componenti, di personalizzazioni, di impiego di tecniche o di componenti troppo costosi a livello industriale; alcune prestazioni più elevate ecc), ma di sicuro non ha punti in comune con l'autocostruzione (che normalmente replica progetti esistenti con i componenti reperibili sul mercato). Mi auguro che col tempo queste differenze risultino sempre più chiare per tutti. Quanto alla Kiom, l'accoglienza da parte del pubblico di quello che propone è molto soddisfacente: i riscontri sono più che positivi sia per i sistemi proposti sia per l'approccio. A me fa piacere che un utente Kiom sia pienamente convinto prima dell'acquisto e soddisfatto dopo: se capisco che le esigenze del cliente sono diverse da quello che posso offrire (la musica pura), magari perché cerca altro (sensazioni forti, effetti speciali o l'estremizzazione solo di alcuni parametri a scapito di altri: tutte cose che allontanano dalla musica vera), non ho problemi a suggerire soluzioni diverse dai miei sistemi. Chi invece apprezza il suono Kiom, che per la naturalezza tende a non colpire di primo acchito ma che proprio per questo può fare perdutamente innamorare, trova in questi sistemi una soluzione definitiva, che difficilmente cambierà se non per un sistema Kiom di livello superiore. Attualmente sono impegnato in un lavoro di promozione per far conoscere meglio il marchio e le proposte Kiom al pubblico, ad esempio attraverso la partecipazione a fiere (la prossima il Milano hi-end 2000 III ed. a febbraio2002) e con delle dimostrazioni che periodicamente tengo in varie zone (per esser aggiornati basta una telefonata o un'e-mail). HFG Bene. Per concludere: progetti per il futuro, sogni nel cassetto o magari qualche soluzione avveniristica?
LC Progetti ce ne sono molti, sogni nel cassetto anche. Soluzioni avveniristiche: non sta a me giudicare il grado di avvenirismo delle soluzioni che adotto, quello che faccio è cercare solo di avvicinarmi sempre più alla musica vera senza preclusioni o pregiudizi nei confronti di alcuna soluzione. Mi limiterei a qualche anticipazione sui progetti (Continua a pagina 20)
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