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Il secondo utilizzo è invece più raro, ma abbiamo un ottimo esempio, celebre, quanto impegnativo per i sistemi audio, rappresentato dalla parte iniziale dell'"Otello" di Giuseppe Verdi, in cui una o due grancasse (oppure l'organo) hanno il compito di simulare il mare in tempesta, durante il trionfale ritorno di Otello, dopo la sconfitta della flotta turca. Questa è una sonorità incredibile, che da' ininterrottamente "voce" all'uragano per circa 6 minuti e mezzo, grazie alla ripetizione di 2 "note" basse "vicine" (un cluster direbbero i musicisti), che descritte in maniera consona alla nostra passione, hanno un'altezza compresa tra gli infrasuoni (16 Hz) ed i 35 Hz.
Ho chiesto al "nostro" strumentista di simulare la tempesta Verdiana, per sentire da vicino ciò che solitamente si ascolta in ambienti enormi. L'effetto è per certi versi simile, infatti si percepiscono inizialmente anche i "tocchi" delle mazze sulla pelle (pelle naturale in questo caso) della grancassa ed in seguito rimane solamente il tappeto sonoro a bassissima frequenza permesso dalla fondamentale dello strumento. Ho provato ad avvicinare l'orecchio al "corpo" della grancassa, durante questa "esecuzione" e posso garantire che non si resiste a lungo, perché le frequenze basse sono talmente intense e profonde, da "premere" sugli organi uditivi in modo pericoloso.
In una platea, la resa dell'uragano è, facendo le ovvie proporzioni, abbastanza simile, ma cambiano di molto i tempi necessari per la diffusione delle basse frequenze nei diversi punti di ascolto. Dopo una decina di secondi, qualsiasi teatro viene riempito con sonorità comprese tra gli infrasuoni ed i 35 Hz a seconda
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della distanza dal percussionista. In una sala di prova, invece, ho rilevato ad orecchio un'estensione fino a circa 25 hertz, ma il nostro corpo e l'avvicinamento dell'orecchio alla pelle della grancassa, ci fanno ben capire come siano in gioco anche gli infrasuoni. Se si ha un udito "allenato", si fa comunque in tempo a sentire, durante l'esecuzione dell'"Otello", anche dalle logge più distanti, le mazze che percuotono le pelli, durante la parte iniziale dell'uragano, prima che la loro sonorità si perda, sovrastata dall'immanenza del mare in tempesta, dal cannone (che può essere vero o simulato con un'altra grancassa) e dall'intervento graduale dei cantanti solisti, del coro e dell'orchestra. In certi punti, nei grandi teatri o nelle chiese, si formano frequenze così profonde, da provocare una vera e propria sensazione di spostamento fisico. Nel retropalco, ad esempio, mi è capitato di percepire frequenze infrasoniche talmente potenti, "causate" dalla grancassa in questione, da farmi sembrare i più grossi subwoofers della Velodyne dei "semplici" diffusori da scrivania.
Terminata questa fase, ho chiesto di sentire la potenza esplosiva della grancassa, in modo da poterne descrivere il suo carattere percussivo in senso stretto, il suo utilizzo più frequente insomma. Mi sono "posizionato" ad un metro dal musicista, "sfidandolo" a farmi spaventare. Beh, il suo sguardo aveva una buona dose di "crudeltà", che la diceva più lunga di qualsiasi spiegazione e subito dopo ho potuto capire cosa prova un sacco da boxe "suonato" dal Tyson dei tempi d'oro. E' importante sapere che le grandi percussioni hanno una resa spaventosa quando ricevono un (Continua a pagina 7)
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