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quali si arriva gradualmente e con grandi sacrifici economici, ma semplicemente che l'importante è partire con i giusti riferimenti sonori, ascoltando ogni volta che si può, il suono degli strumenti veri. Quando, come è molto probabile per i ragazzini, non si può spendere spesso per i concerti, ma c'è davvero molta passione per la musica, ogni occasione sarà comunque buona per accumulare esperienza: concerti in piazza o musica suonata in strada, ascolti fatti nell'assordante saletta di qualche amico rockettaro oppure a casa di amici musicisti e così via. Nei casi in cui la scelta sia dettata da un budget limitatissimo, ben venga, ad esempio, anche il diffusore più piccolo e scalcinato; l'importante è che non venga mai usato come riferimento sonoro, ma solo usato per ascoltare musica in attesa di tempi migliori. Questa precisazione non dovrebbe neanche essere fatta, essendo assolutamente ovvia, ma non sia mai detto che qualche furbone ne approfitti per accusarci, facendo "ingenuamente" finta di non capire, di escludere chi si sta avvicinando al mondo della riproduzione audio.
FINALITA' DELLA PROVA
Tornando a questa singolare "prova d'ascolto", ho reputato utile effettuarla, per incoraggiare l'utilizzo dei diffusori da pavimento con woofers da almeno 25 cm di diametro, possibilmente abbinati ad uno o due subwoofers, anche in ambienti dedicati all'ascolto dai 10-12 metri quadrati in su. Sappiamo che queste configurazioni, permettono una risposta in frequenza piuttosto estesa in gamma bassa,
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semplicemente grazie al rispetto di determinati parametri fisici. Ebbene, anche gli strumenti musicali, a parità di tipologia, seguono questa regola ed anche se la cosa potrà sembrare scontata, vediamo che, una grancassa da 400 litri di volume interno, emette frequenze più basse rispetto ad una da 300 litri e che un contrabbasso raggiunge frequenze più basse rispetto ad un violoncello e via dicendo. Questo ragionamento vuole arrivare a dire che accusare un sistema esteso in basso di essere inutilizzabile in piccoli ambienti, a causa di rimbombi, eccessive vibrazioni ed altre "motivazioni" simili, equivale a dire che un grande strumento a percussione oppure, ad esempio, un bassotuba, smettono di essere ciò che sono se vengono suonati in ambienti piccoli. Poi è ovvio che cambiando le dimensioni e le altre caratteristiche dell'ambiente, percepiremo un suono diverso, ascoltando lo stesso strumento, ma si tratterà sempre del suo "vero" suono.
Qualche volta, ho potuto ascoltare il bassotuba in una microscopica saletta di prova da circa 6 metri quadrati e posso garantire che il suo suono è difficilmente descrivibile a parole, in virtù della sua capacità di fare accapponare la pelle ad un punto tale che possono servire vari minuti per la sua "normalizzazione". In questo caso sentiremo sul corpo la pressione causata dalla nota fondamentale del bassotuba (intorno ai 30 Hz nei bassotuba più giganti). Nella platea di un teatro, invece, potremo sentire, oppure non sentire, ad orecchio, la nota fondamentale a seconda della nostra distanza dallo strumento. I frequentatori assidui dei (Continua a pagina 3)
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