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Italo Adami  1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14   

(Continua da pagina 7)

Il trattamento acustico per una stanza dedicata all'ascolto stereofonico e/o multicanale  conserva l'energia buona (suono diretto, suono riflesso con ritardo di 35-80 millisec.) per intervenire su quello negativo ( risonanze, riflessioni precoci, eco fluttuante).
Un buon trattamento acustico crea un ambiente tonalmente equilibrato, dove l'energia sonora è diffusa e  vivida, con risposta ai transienti  rapida ed uniforme.
Affinché possa ottenere questi risultati  è  necessario utilizzare congegni che lavorino a banda larga in grado sia di assorbire e di diffondere.
La sala d'ascolto dedicata è il regno del trattamento acustico passivo perché è il laboratorio per la ricerca della purezza, della coerenza, della trasparenza: potendo controllare il bilanciamento tonale attraverso il set-up diffusori-punto d'ascolto e l'articolazione tramite un moderno trattamento acustico passivo, non ci dovrebbe essere alcuna necessità di ricorrere a quello attivo (che, come detto, è molto utile in circostanze dove è necessario fare certi compromessi, ma che, manipolando il segnale, produce anche alcuni effetti non positivi).
Con il trattamento acustico della stanza dedicata, la scelta dei diffusori diviene più ampia, facile e mirata ai gusti d'ascolto e caratteristiche sonore di qualsiasi componente emergeranno in modo nettamente più evidente. Sistemi di riproduzione più economici suoneranno molto meglio  di sistemi più costosi  mal disposti in ambienti inadeguati.
Decisi i diffusori, la scelta dell' amplificazione  potrà essere fatta al fine di valorizzare interamente le loro caratteristiche assecondando le loro esigenze, non quelle dell'ambiente. I cavi non dovranno più essere impiegati per correggere alcune caratteristiche del bilanciamento tonale, ma per permettere all'amplificatore di "vedere" tutto il diffusore e viceversa.
Si potrà, cioè, adottare una strategia totalmente additiva.
In una stanza ben trattata, con un buon sistema audio, non facendo errori, si possono raggiungere oggi risultati notevolissimi  anche per quanto riguarda  la dinamica, la "velocità" e l'ampiezza di risposta nel tempo, cioè gli  aspetti che più allontanano il suono riprodotto da quello vero".

HFG

L'unico argomento che mi viene in mente dopo averla ascoltata attentamente, concordando con molte sue idee, è questo.
In tanti anni ho notato che l'audiofilo italiano spesso confonde i bassi degli strumenti musicali - cito per esempio: contrabbasso, organo, timpani, ecc. - per risonanze…. Li chiama "Basso Risonante" o "Bassi di Risonanza", cercando di eliminarli del tutto, anche in quelle situazioni in cui sono riprodotti correttamente. Anche se molti parlano di "gusto o preferenza nell'ascolto", in realtà in questi casi si mette in evidenza la sua scarsa conoscenza del suono degli strumenti musicali non amplificati. Un contrabbasso, ad esempio, possiede dei bassi non indifferenti, "suona grande", eppure molti audiofili, quando li ascoltano anche ai massimi livelli di risoluzione, parlano di risonanze e di inesistenza nella realtà. Nemmeno hanno la più pallida idea della potenza acustica dei timpani e della grancassa orchestrale, che dovrebbero fare vibrare il solaio in occasione dell'esecuzione di molti brani sinfonici. Per moltissimi i bassi non esistono e quelli che si ascoltano in molti impianti sono solo risonanze e rimbombi.

In tanti anni, ascoltando le basse frequenze in diversi locali ed in diversi impianti, tutti perfettamente messi a punto, la modulazione e la variazione energetica delle basse frequenze contenute in un dato disco, sono restituite in modo direttamente confrontabili, con un andamento energetico rapportabile alle dimensioni dei woofer dei diffusori ma identica modulazione ed identico rapporto energetico tra una nota e l'altra.
Un contrabbasso ed un basso elettrico, quando suonano dal vivo, forniscono variazioni di modulazione e di pressione acustica differenti, nota per nota, con esaltazioni e attenuazioni delle frequenze, determinate dalle caratteristiche dello strumento.
In parole più semplici, il contenuto energetico delle basse frequenze restituito da uno strumento musicale, varia in rapporto alla frequenza che emette; non è come vorrebbero molti audiofili, ad esempio uguale a 30, come a 20, come a 50 e come a 80 Hz. Succede l'esatto contrario: esaltazione e una minore pressione acustica anche a frequenze contigue, ma diversità di timbro. L'importante che vi sia una corretta modulazone nel corso della riproduzione. Gli strumenti musicali sono stati


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