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(Continua da pagina 9)
le risonanze del suo corpo, non sarebbe più lo stesso, non solo come potenza di emissione, ma anche come timbrica e risposta nel tempo. Privata delle risonanze dei suoi strumenti, la nostra musica non solo non sarebbe più la stessa, semplicemente non esisterebbe. Dovremmo cancellare tutta la musica antica e moderna fino a quella sintetica. Saremmo a quella della Grecia antica, o forse a prima. O forse a mai: se la musica è nata dal battere su un pezzo di legno, forse anche l'uomo dell'età della pietra preferiva percuotere un albero cavo: produceva più volume di suono e più bassi! Di certo anche l'uomo della pietra avrà notato che soffiando aria dentro un canna di bambù vuota si produceva un certo effetto sonoro e che la stessa cosa non avveniva cercando di insufflare aria dentro un ramo verde. La musica riprodotta non può fare a meno ….. delle risonanze degli strumenti. Un buon sistema di riproduzione audio dovrebbe essere in grado di restituire ricchezza armonica, energia e giusti tempi di decadimento del suono che gli esecutori cercano di produrre con i loro strumenti. Spesso non lo fa perché c'è qualche cosa che maschera queste informazioni, che le sporca.
Uno strumento, un'insieme di strumenti, a meno che non vengano suonati all'aperto, subisce una "deviazione tonale" e un'ulteriore "rinforzo", dall'ambiente in cui l'esecuzione si realizza. Per questo motivo la musica è pensata per l'ambiente, per i tempi di decadimento dei luoghi dove viene/veniva riprodotta. Pensiamo agli organici e agli ambienti della musica barocca, gli ampi salotti dei nobili, o alla musica operistica, i teatri dell'Ottocento. Pensiamo, per ragionare attraverso gli opposti, a cosa accadrebbe ad un pezzo rock suonato in una cattedrale utilizzando la potenza di amplificazione necessaria in uno stadio o a che fine farebbe un canto gregoriano se eseguito in mezzo al deserto. Voglio dire che l'acustica del luogo di registrazione è, per la musica amplificata per via acustica (quella non amplificata per via elettronica), parte integrante della musica stessa. Se ambisco a cogliere il massimo di contenuto musicale da una registrazione acustica, è necessario che possa percepire l'acustica del luogo di registrazione non solo come dimensioni, ma anche come tipo di "clima" sonoro che crea
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attorno gli strumenti.
L'acustica del luogo di registrazione ha le caratteristiche del suono degli ambienti chiusi: risonanze, riflessioni, rinforzi, ecc... Volendo registrare in modo acustico (ovvero cogliendo il suono degli strumenti assieme al suono dell'ambiente ove suonano), gli ingegneri del suono stanno molto attenti alle caratteristiche dell'acustica della sala dove registrano ed è difficile trovare del materiale registrato in ambienti dove sono manifesti palesi rimbombi perché in genere le sale con gravi problemi d'acustica vengono scartate a priori. Tuttavia ogni sala possiede un proprio "timbro" che è quello che si dovrebbe poter percepire quando si ascolta un disco registrato in quel luogo. Oppure non si registra in modo acustico e si riprendono gli strumenti uno per uno al cui suono viene poi aggiunto riverbero ambientale. E' assai improbabile che un buon tecnico del suono, nel tentativo di aggiungere "ambienza" alla sua registrazione, faccia l'errore di non controllare che il livello di qualche frequenza non sia troppo elevato. Tuttavia anche così realizzato, il suo lavoro sarà acusticamente "accentato" in un certo modo piuttosto che in un altro. E ciò dovrebbe essere "leggibile" all'ascoltatore domestico.
Ascoltando in ambiente domestico musica registrata in modo acustico, spesso l'acustica del luogo di registrazione è soverchiata dall'acustica del luogo di riproduzione che prevale oscurando un sacco di preziosa informazione sonora. L'acustica del luogo di riproduzione, poiché si utilizzano sistemi di amplificazione attivi, non ha stretta necessità di amplificare ulteriormente il suono emesso dai diffusori. Non dovrebbe esservene bisogno. In realtà anche un sistema di riproduzione sonora domestico ha bisogno di un po' dell'acustica del luogo di riproduzione. Necessità delle riflessioni che arrivano all'ascoltatore dopo e ben distinte da quelle che a lui giungono nel "periodo di fusione del suono" (le riflessioni precoci che interferiscono con la stereofonia), Necessità di una certa quota di riverbero. Il dramma dell'acustica dell'ambiente dove si ascolta si concretizza quando l'energia si accumula e diviene intensa e persistente in stretti range di frequenza, quando i tempi di decadimento delle varie frequenze sono eccessivamente disomogenei e soprattutto (Continua a pagina 11)
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