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(Continua da pagina 12)
La validità dell'intervento acustico attivo è certamente tangibile nei casi con gravi problemi di bilanciamento tonale localizzati in ristretti ambiti di frequenza. Nei medesimi casi il trattamento acustico passivo, valutato strumentalmente, risulta meno efficiente e selettivo. Tuttavia, se si ha la possibilità e la tenacia di agire sulla posizione di punto d'ascolto e diffusori all'interno di una stanza, nella stragrande maggioranza dei casi questo tipo di problemi possono essere ricondotti entro i limiti che il cervello audiofilo-musicofilo può accettare senza la necessità di manipolare il suono diretto.
Lo stesso cervello è invece molto meno conciliante, più esigente e sensibile alla coerenza temporale del suono. La favorevole risoluzione delle problematiche legate a quest' ultimo aspetto della riproduzione sonora è, a mio parere, l'obiettivo più elevato che si deve cercare di ottenere da un sistema di riproduzione stereofonico il cui risultato aspiri ad essere la ricerca del verosimile. Seguendo questa direzione i sistemi attivi di correzione acustica non ci sono di grande aiuto o possono generare un problema. Quelli passivi, con un po' di competenza e ricerca ed impiegando i congegni più validi, possono fare molto, molto meglio.
HFG Detto francamente, sono contrario ai trattamenti cosiddetti "attivi" per la correzione dell'acustica ambientale. Non hanno mai fatto bene e non vedo risoluzioni a breve termine circa la traccia che questi oggetti lasciano al suono. Direi che è meglio tenersi i difetti dell'ambiente che procedere in modo attivo alla sua correzione. In tanti anni non ho mai trovato ambienti realmente ostici, per cui i trattamenti passivi e l'opportuna disposizione dell'arredamento, spesso produce risultati impensabili. Sono poi curioso di provare i DAAD, anche per verificare il loro effetto in ambienti già buoni o semplicemente arredati. Niente di strano che potrebbero sortire buoni risultati. Ma torniamo all'alta fedeltà, parlando di sorgenti. In questo periodo sta ritornando il giradischi analogico. Tante persone stanno rispolverando il loro vecchio giradischi e tanti costruttori stanno riproponendo i loro prodotti o presentando nuovi progetti. Lei pensa che sia una moda, un risveglio
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culturale o cos'altro? E qual è la sua opinione sul digitale, in particolare sul SACD e DVD Audio?
I. A. Uno zoccolo duro di "passionisti" dell'analogico a cui credo di appartenere c'è sempre stato, anche se il miglior suono che ho sentito proveniva da fonte digitale ad alta risoluzione non in movimento (computer e batteria di convertitori professionali) diffuso in multicanale in ambiente acusticamente trattato. Attualmente può essere interessante notare il fatto che è ripresa la produzione, la (ri)stampa di titoli su vinile poi venduti in alcune catene della grande distribuzione.
La domanda che ci dobbiamo porre è che senso ciò abbia oggi, a circa venticinque anni dall'introduzione sul mercato del cd ed alle soglie di un'era che vedrà la scomparsa del … formato (e con esso della distribuzione musicale tradizionale). Non credo che l'LP sia un fatto di moda, almeno non nel senso stretto del termine. C'è un'intera generazione che lo ama, che lo odia e che lo ri-ama. E' un bell'oggetto, con delle meravigliose copertine su cui l'attuale cinquantenne, l'ex- diciottenne di trent'anni fa, con gli occhiali sul naso, può perfino oggi leggere le abbondanti note, operazione alla quale aveva rinunciato dal tempo della venuta dei lillipuziani e criptici libretti d'accompagnamento dei cd. L'LP ha un suo odore. L'Lp ha un suo suono. Dell'LP apprezzi la variabilità delle superfici, la copertina liscia, la contro-copertina più ruvida, l'etichetta sul disco, il vinile. L'LP è un'esperienza multi-sensoriale. Per un'intera generazione di persone l'LP c'è, c'è sempre stato e sempre ci sarà.
E' un sicuro approdo, un amico riservato, silenzioso, sempre disponibile. Oddio: così silenzioso veramente non è! Sono i tic-toc, i tunf, gli mmmm, i frusccccc, i krrrr, dell'LP ad aver spalancato la strada al digitale! Non fu la Spectre combattuta da 007, non fu una macchinazione cosmica perpetrata da oscuri potentati ai danni dell'umanità a decretare la caduta del vinile rispetto al digitale. Fu il fatto che la gente, anche gli audiofili, era stufa dei tic e dei toc e dell'orrenda qualità media della stampa degli LP fine anni '70. E l'industria li accontentò.
Però qualcuno ha continuato a preferire (Continua a pagina 14)
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