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Italo Adami  1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14   

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che vi si adatta meglio nella posizione data. E' preferibile, a mio parere, scegliere diffusori che non eccitino le risonanze più basse dell'ambiente, utilizzando quest'ultimo come sorta di sub-woofer. Diffusori fatti o fatti fare per quell'ambiente, calzati per esso, in base alla sua forma e alle sue dimensioni.
In questi casi diventa importante il rapporto con il rivenditore o con il costruttore, il quale dovrà essere in grado di far provare al cliente, nella sua stanza, differenti soluzioni, anche, soprattutto, all'interno di una stessa famiglia di apparecchi (ad es: diffusori direzionali bookshelf). E' molto improbabile ottenere un buon risultato al primo tentativo o comprando a casaccio.

Stabilito, ad esempio, che nella stanza di un audiofilo appartenente al caso A, i migliori risultati possono essere ottenuti esclusivamente utilizzando diffusori bookshelf, poi, dopo,  giunge l'interrogativo sul budget. L'audiofilo in questione potrà  provare diffusori che  costano da  X ad Y . Non è affatto scontato che quelli che costano di più possano risultare i più adeguati nell'ambiente in oggetto, tuttavia,  disporre di maggiori risorse, significa avere una più ampia gamma di possibilità.
A quali risultati sonori può ambire l'audiofilo che è nella situazione A?
Può ragionevolmente ricercare un suono aggraziato, raffinato, piacevole, adatto più per alcuni generi musicali che per altri. Non deve porsi come obiettivo primario il raggiungimento di notevoli pressioni sonore, di alti livelli dinamici, di eccezionale focalizzazione e soundstage.
La scelta dei diffusori determinerà in qualche modo l'abbinamento con l'amplificazione, per definire il sottosistema diffusori-amplificazione- cavi.
L'amplificazione deve permettere ai diffusori di manifestarsi compiutamente seguendo i gusti d'ascolto del loro proprietario ed i cavi debbono far "vedere" ai diffusori l'intero amplificatore o viceversa. In genere il miglioramento della qualità delle elettroniche e dei cavi produce un  innalzamento del livello di risoluzione del sistema.
Tuttavia un perfezionamento, un incremento di qualità, è scarsamente apprezzabile oltre il livello di risoluzione generale del sistema "impianto di riproduzione-ambiente". Purtroppo, in  una stanza dove l'acustica è giocoforza lasciata a se

stessa e dove non è possibile modificare la posizione di diffusori e punto d'ascolto,  il livello generale di risoluzione del sistema è generalmente basso.
In questi casi molte elettroniche e molti cavi, sebbene di diverso costo e qualità intrinseca,  sembrano suonare più o meno equivalenti.
Scelti i diffusori cercando di crearsi i minori futuri problemi, a mio parere, occorre fare qualcosa  per migliorare  la stereofonia e la risposta generale del sistema.
L'audiofilo in situazione A dovrebbe a mio parere prendere in seria considerazione l'utilizzazione di un sistema digitale per il controllo  attivo dell'acustica  ambientale.
Sono apparecchi che "a monte"  manipolano il segnale considerando  le  modificazioni apportate dai diffusori e dall'ambiente. Alcuni sono un po' complicati da utilizzare e possono ottenere una buona ottimizzazione solo all'interno di una ristretta area d'ascolto. In  situazioni acusticamente molto critiche possono mettere alla frusta l'amplificazione e sono situati lungo il percorso del suono diretto (non al di fuori di esso come il trattamento acustico passivo). Tuttavia sono l'unico modo che ha l'audiofilo in situazione A per ottenere una buona simmetria fra i canali (anche con i diffusori in posizione asimmetrica) e un buon bilanciamento tonale anche alle basse frequenze.
Con una macchina di controllo acustico digitale è possibile creare curve di bilanciamento tonale correggendo macroscopiche differenze fra i canali e livellando la risposta delle frequenze risonanti. Non agiscono con grande efficacia nel dominio del tempo, però risolvono dei problemi nel dominio della frequenza.
Sono macchine che lavorano tanto meglio  quanto meno numerosi sono i problemi che debbono risolvere. Anche se la "nuova frontiera"  (non nuovissima: sistemi di correzione acustica digitale esistono dalla metà degli anni '90) dell'intervento sull'acustica ambientale ha visto significativi progressi nell' ultimo lustro, conseguenza del miglioramento dei software , ma soprattutto dell'hardware, ha suoi limiti intrinseci praticamente insuperabili. Le correzioni che vengono create da questa tecnologia per "sovrapporsi rovesciate" al segnale originale non sono totalmente "invisibili" .  Sono più o meno avvertibili sottoforma di artefatti sonori che, principalmente investono il dominio del tempo. Senza addentrarsi nei vari tipi di procedure disponibili,


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