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Una completa analisi dei concetti esposti risulta difficoltosa senza l'ausilio di termini propri della scienza audio, quindi consiglierei il lettore di sfogliare le pagine del nostro sito www.chario.it e leggere i PDF allegati ai vari modelli. Per spiegare brevemente e senza la pretesa di essere esaustivo, credo che gli enunciati seguenti possano essere un ottimo compendio per racchiudere trentatre anni di dedizione alla scienza della riproduzione.
Le ipotesi dimostrate in ambito scientifico sono le seguenti:
- La ripresa microfonica di un evento acustico complesso è un'operazione che introduce nativamente una distorsione spaziale (errore di layout), temporale (alterazione dei transienti), energetico (alterazione del rapporto originale pressione/velocità). La tecnologia a disposizione non è assolutamente in grado di porre rimedio, e se anche lo fosse rimarrebbe il nodo della perdita di informazione (aumento entropico) durante la trasformazione dal dominio acustico a quello elettrico e di nuovo a quello acustico (nella sala di ascolto).
- Le dimensioni dei grandi spazi dedicati alla musica (sale da concerto) non possono assolutamente essere scalati e convertiti in ambienti domestici, poiché non vi è modo di trasformare linearmente la scala temporale; in altre parole riducendo il volume di cento volte gli intervalli temporali non si riducono di cento volte, ma restano invariati, quindi i fenomeni energetici che originariamente avevano un senso musicale in un auditorium diventano letteralmente ridicoli nel salotto di casa...
- Non esiste un unico driver a potenza acustica costante su tutta la banda audio, quindi è giocoforza ricorrere a sistemi a due o più vie. Ogni via risolve un problema e ne aggiunge due. Morale della favola, la coperta dell'Alta Fedeltà è irrimediabilmente corta.
Altre affermazioni di questo tenore purtroppo costellano il firmamento etereo dell'HI-FI, e non sarebbe utile elencarle poiché il quadro si farebbe via via più sbiadito fino alla perdita totale di certezze.
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Ebbene, non tutto è perduto, la Scienza Psicoacustica ci viene in soccorso, perché quasi un secolo di studi in questo campo ci hanno fornito lo strumento per "aggirare" i limiti fisici e rendere credibile la riproduzione audio, almeno ad un livello largamente accettato come fenomeno culturale. Esiste un trucco... Il sistema percettivo umano è di una complessità sinceramente imbarazzante e noi ricercatori non abbiamo alcuna remora nel riconoscere i nostri limiti, ma per un motivo che ci sfugge esso è contemporaneamente estremamente ingenuo, nel senso che entro limiti ragionevoli è possibile ingannarlo, facendogli credere di sentire cose che nella realtà non esistono... spacciandole per vere. Esso infatti è dotato di una "intelligenza genetica" e si accorge quando tentiamo di prenderlo in giro, ma se lo facciamo per trarre piacere attraverso la fruizione musicale esso si mostra incredibilmente accondiscendente e finge di essere "sciocco" consentendo a noi umani di provare la strana sensazione di spiccare un salto spazio-temporale e di essere "tele-trasportati" in un auditorium nel momento in cui chiudiamo gli occhi e ci affidiamo al nostro sistema di riproduzione domestico. Ripeto per i meno attenti, il nostro sistema percettivo sa perfettamente che gli stimoli acustici che riceve nulla hanno a che fare con la realtà, ma se noi dimostriamo a noi stessi di essere sinceramente interessati a vivere un'esperienza musicale e non semplicemente acustica, allora la nostra natura ci viene incontro, e ci consente di vivere "la fiction" della riproduzione audio.
Tutte queste cose sono il risultato di almeno settant'anni di ricerca, un nome per tutti il MIT di Boston, e coloro che venti o trent'anni fa hanno avuto la lungimiranza di intraprendere questo percorso formativo, si ritrovano oggi con un know-how che funge da serbatoio di teorie e da fucina di idee. Chario Loudspeakers è tra questi privilegiati, per scelte aziendali ed etiche che hanno sempre anticipato i tempi, tanto che oggi il nostro punto di vista in materia di percezione non può essere ignorato da alcun concorrente... Il rovescio della medaglia, purtroppo, è che noi alla Chario sapendo benissimo ciò che si può fare e ciò che non si può fare, non possiamo mentire a noi stessi ed alla comunità degli audiofili presentando progetti ridicoli, basati su assunti (Continua a pagina 4)
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