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Renato Giussani  1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 

(Continua da pagina 6)

home-theatre in gran parte non ne capisce niente di hi-fi, di prospettiva sonora, di realismo di ascolto etc. e non gliene può importare di meno di capirne qualcosa.
Eppure, basta installare due 7/06 ai lati di un grande schermo, senza pasticciare il tutto con Dolby vari, (io, ad esempio, ho un fantastico piccolo videoproiettore NEC con il quale proietto le partite di calcio su una base di 2,5 metri) per assistere ad un buon video musicale o ad un film dotato di colonna sonora ben curata e l'esperienza d'ascolto diventa finalmente completa per tutta la famiglia, amici compresi.

HFG
Il suo impegno nel settore dell'informazione è notevole. Ha scritto per diverse testate ed attualmente è l'editore di Argò, casa editrice che si dedica agli Orologi tramite pubblicazione di diverse testate. Potrebbe riassumerci il suo percorso da giornalista sino ad oggi in qualità di editore?

R.G.
Ho cominciato a rispondere direttamente a casa una per una alle lettere dei lettori di Suono nel 1972. Ero occupato tutti i pomeriggi e scrivevo usando una Olivetti Lettera 22. Il compenso era di 75.000 lire al mese.
Ho proseguito con il Gruppo Suono fino al 1979 (diventando, via via, prima impiegato fino alla settima categoria e poi dirigente, con la responsabilità tecnica della redazione di Stereoplay).
A marzo del 1979 ho dato le mie dimissioni da Suono, continuando a collaborare fino a giugno, quando ho cominciato a garantire la mia presenza giornaliera negli uffici della ESB di Aprilia.
Nel 1981 ho partecipato alla fondazione della casa editrice Technimedia, che pubblicava MCmicrocomputer e Audioreview.
Nel 1985 ho dato le mie dimissioni dalla ESB per dedicarmi esclusivamente alla Technimedia (incarico:altoparlanti ed autocostruzione), per conto della quale ho successivamente assunto la direzione editoriale della rivista "Orologi le misure del tempo" dal n.1 al 33 (lug/ago 1990).

Dal giugno 1990 sono socio della Argò s.r.l., nata per pubblicare la rivista Argento!.
Nel 1992, scadute le condizioni di non concorrenza firmate all'abbandono della Technimedia (avevo il 10% e lo ho venduto agli

altri soci), la Argò ha iniziato le pubblicazioni del mensile l'Orologio, quindi, nel 1994 il mensile Chrono World e a seguire vari libri ed annuari. Gli ultimi arrivi sono El Reloj Anuario (per la Spagna) Die Uhr Jahrbuch (per la Germania).

HFG
Vorrebbe raccontarci della sua esperienza alla Technimedia, chi erano i soci, quale il suo ruolo ed i motivi dello scioglimento della società?

R.G.
Anzitutto, La mia esperienza alla Technimedia non può essere vista disgiunta da quella precedente al Gruppo Suono.
In breve.
Iniziai ad interessarmi di musica durante il liceo (primissimi anni '60), anche la mia vera passione di allora era la costruzione di radiotelefoni. Erano  una specie di telefonini (sui 27 Mhz) che usavo solo con un mio amico che costruiva il secondo esemplare della coppia, ed era matto almeno quanto me.
L'ascolto della mitica "Bandiera gialla" o delle trasmissioni di radio Montecarlo erano il massimo e l'acquisto di una chitarra elettrica un obbligo.
Per riuscire a capire meglio quali erano le note e gli accordi degli Shadows fu d'obbligo adeguarsi all'evoluzione tecnologica che ci metteva a disposizione trasmissioni sperimentali in FM e testine magnetodinamiche a prezzo abbordabile.

Inizio a lavorare per Suono su "chiamata diretta" del mio amico e compagno di liceo (ma non di classe) Gianfranco M. Binari, per aiutarlo a rispondere alle lettere dei lettori di Suono. La rivista aveva (nel 1972) meno di un anno di vita e a marzo iniziai il mio lavoro.
Dopo qualche anno venne assunto anche l'Ing. Paolo Nuti (elettrotecnico, mentre io sono meccanico) che aveva già fatto una esperienza di venditore di strumenti di misura Bruel & Kjaer e di redattore tecnico per la rivista Audiovisione del Prof. Marino Mariani (che attualmente collabora con me scrivendo articoli a sfondo storico per le mie riviste).
Insieme a Paolo Nuti avevamo la responsabilità della evoluzione tecnica del laboratorio e delle misure di Suono. Ci spartimmo i ruoli, occupandosi lui delle prove di Suono ed io di quelle di Stereoplay, condotte con identici protocolli ma pubblicate sulla "mia" rivista in una forma "concentrata" della quale vado ancora fiero: una pagina con tutte e solo le misure più


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