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LETTERE ALLA RIVISTA | 2000

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LETTERE ALLA RIVISTA

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LETTERA N. 13/2000  1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6

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Devo premettere che non è possibile dare dei consigli per una situazione così complessa, che richiederebbe la mia necessaria presenza, allo scopo di constatare personalmente i fatti. Ad esempio, non mi convince la teoria del "suono lento del woofer": spesso è l'ambiente che genera l'effetto lentezza.
Sono perfettamente d'accordo con lei sui diffusori professionali: io vorrei possederli tutti e tre i suoi modelli. Infine, certo che nell'ambiente più piccolo non vi erano problemi. Gli esoteristi giapponesi, ascoltano in locali anche più piccoli, diffusori come i suoi, amplificati però da amplificazione a monotriodo a riscaldamento diretto da pochi Watt. Il locale più grande, invece, introduce sempre del riverbero, eccitato maggiormente se si utilizzano diffusori con woofer di grandi dimensioni. I trattamenti da lei pensati, ad esempio, non sono sicuro che abbiano effetti positivi: il cartongesso, ad esempio, potrebbe vibrare in modo importante. Anche i 30 tube traps non mi convincono: un ambiente correttamente arredato, con assenza di pareti spoglie, contribuisce ad abbattere il riverbero, meglio dei Tube Traps.

Più che consigli, pertanto, posso fare delle ipotesi.

Cominciamo dall'argomento più semplice, le caratteristiche dei diffusori JBL Everest, tratte da un noto catalogo:

Sistema a tre vie professionale da pavimento.
Trasduttori: 1 woofer 38 cm, 1 midrange 45 mm tromba biradiale ed 1 tweeter a compressione.
Carico Acustico: Accordo reflex.
Frequenze taglio: 850 e 7.5 kHz
Pressione max: 115 dB spl
Sensibilità: 100 dB w/m
Efficienza: 4.3%
Risposta in Frequenza: 40-20 kHz

Dispersione orizzontale e verticale: 100°
Prezzo cadauno + IVA: Lire 9.900.000 (listino 1990)

Occorre però fare delle precisazioni.
I sistemi professionali sono ad alta efficienza e tarati per un uso totalmente diverso da quello domestico.
Intanto, sono impiegati altoparlanti che devono sopportare gli
stress tipici dei loro impieghi. Si tratta, quindi, di altoparlanti che in genere non sono usati nel settore hi-end, come, ad esempio, i tweeter a compressione, autentiche pistole sonanti. In ogni caso trasduttori con bobine mobili enormi e materiale vibrante non di qualità eccelsa, ma adatti a sopportare situazioni gravose.

Le
tarature e le frequenze d'incrocio, sono tipiche degli impieghi professionali.
In particolare i livelli d'emissione dei singoli trasduttori sono impostati spesso per ascolti all'aria aperta o per locali particolarmente vasti. Se esiste la possibilità di poter mettere mano ai livelli di emissione dei singoli altoparlanti (solitamente presenti in questo genere di diffusori, allo scopo di adattarli agli ambienti domestici), si potrà intervenire con facilità.
In hi-fi, ad esempio, l'uso di potenziometri per la regolazione del livello d'emissione è quasi totalmente aborrito, in nome di pseudo teorie tesi a nascondere i risparmi dei costi. In questo modo si costringono gli audiofili a sopportare tutte le conseguenze del caso, come, ad esempio, tarature impostate dalla fabbrica o l'influenza dell'ambiente d'ascolto sul suono.

Un altro problema è causato
dall'alta efficienza dei sistemi professionali, il loro massimo pregio.
Come vi ho più volte ripetuto da queste pagine, l'efficienza è un fattore di qualità del diffusore, ma è anche un'arma a doppio taglio. Le Everest


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