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LETTERE ALLA RIVISTA | 2000

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LETTERE ALLA RIVISTA

2000

LETTERA N. 1/2000  1 | 2 | 3 | 4 | 5

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passivo sono enormi. Intanto, permettono il collegamento diretto tra finale e trasduttori senza l'interposizione di alcun componente passivo in serie. Se poi il trasduttore è corretto nella sua impedenza, l'amplificatore vedrebbe una resistenza pura, con enormi vantaggi in termini di facilità di carico, bassa distorsione, elevata risoluzione, uguaglianza della forma delle onde sinusoidali in uscita rispetto a quelle in ingresso. In più, la frequenza d'incrocio viene determinata con maggiore precisione, senza alterare la risposta in fase del trasduttore. Infine, situazione altrettanto determinante, sarà l'amplificatore ad operare a determinate frequenze, con reali vantaggi e senza alcun tipo di controindicazione. Migliore risposta ai transienti, migliore sfruttamento delle risorse di energia, assenza di distorsione da intermodulazione, massimo trasferimento di segnale, sono alcuni esempi.
Il crossover elettronico in più permette una ricerca facilitata della frequenza d'incrocio, spesso in tempo reale; il controllo del livello di emissione che consente un migliore interfacciamento con qualsiasi ambiente.

Il fatto di ritenere il crossover elettronico un (grosso) oggetto presente sul percorso del

segnale, la risposta  è semplice: le prestazioni hi-end non passano attraverso il minimalismo, ma attraverso l'applicazione ragionata dei migliori criteri fisici. E' facile affermare che più cose siano presenti, peggio è; il difficile è spiegare o comprendere il corretto utilizzo di determinate tipologie o strumenti ed il corretto senso della maggiore complessità che queste introducono. Ciò può avvenire solamente tramite specifici studi, in quelli dove ti bocciano se usi un termine sbagliato, non con crediti o altre diavolerie per non fare studiare nessuno e renderli analfabeti in età adulta, ma con diploma….

Francesco S. Piccione

 

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