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la voglia di ottenere prestazioni sonore non altrimenti raggiungibili dai classici sistemi monoamplificati. Lei vorrebbe attuare una multiamplificazione senza utilizzare alcuna forma di crossover passivo od elettronico (dando a quest'ultimo della fogna!), giocando il tutto sulle "costanti di tempo" (che non ho capito un'acca di cosa si tratti…) degli amplificatori, pure affermando di avere in antipatia l'utilizzo di crossover e/o condensatori. Nella premessa ho spiegato l'origine dell'insofferenza dell'utilizzo di crossover elettronici od anche passivi. Si tratta in questo caso, della sua adesione o convinzione della bontà "in eccesso", della "Teoria Minimalista" o di quella ad "Orecchio". Ho in precedenza affermato che tali teorie pur se corrette in generale, si basano su un inganno di fondo: quello di favorire i bassi costi di produzione sotto la falsa veste del suono di qualità, se adottanti tipologie considerate al di sotto di determinati criteri minimi.
Quando noi incrociamo tra loro le emissioni dei trasduttori, occorre sapere che questa operazione non è indolore, sia nel caso attuiamo tale incrocio con crossover e sia senza. I problemi inerenti alla fase acustica e interferenze reciproche sono in ogni caso presenti anche senza l'adozione di un crossover. Inoltre, per evitare cancellazioni od esaltazioni nella zona d'incrocio e successive vicinanze, occorre agire in due direzioni. Da un lato, adottando un crossover che limiti l'intervallo di interferenze, magari volgendole a proprio favore, anche mediante l'ausilio di strumenti di misura; dall'altro, accertare che all'ascolto l'incrocio prescelto sulla carta, sia… fattibile o digeribile dai trasduttori, ossia sia il migliore dal punto di vista acustico. A volte la ricerca porta a scegliere frequenze d'incrocio ottimali diversi da quelli preventivati, in quanto il riscontro all'ascolto (e/o strumentale) evidenzia incompatibilità.
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