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LETTERE ALLA RIVISTA | 2000

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LETTERE ALLA RIVISTA

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LETTERA N. 1/2000  1 | 2 | 3 | 4 | 5

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ed affrontarli risolvendoli, anziché glissarli dietro il comodo paravento del "che tanto all'ascolto non si sente", poiché il più delle volte è lo stesso diffusore incapace di mettere in evidenza la defaillance.
Esempio di progettazione secondo le leggi della Fisica, che la teoria minimalista accusa di pessime prestazioni sonore, è quello dei
crossover passivi ad alta pendenza. In questo caso la regola dice che se i trasduttori sono fatti funzionare in bande ristrette e con limitate interferenze reciproche, in questo caso tutto andrà meglio, persino il suono. In realtà, il mancato utilizzo di crossover ad elevata pendenza (> 12 dB/Oct) è soprattutto una questione di risparmio economico. E' vero che introducono maggiori sfasamenti nella risposta in fase - magari anche con caratteristiche udibili - ma i vantaggi apportati dal maggiore controllo del trasduttore sono innegabili e si ritrovano soprattutto nel caso dei pieni orchestrali. Ogni cosa deve essere il frutto della giusta alchimia, fattore in cui si vede la qualità del progettista.

Ad ogni modo, i risultati sono decisamente migliori in tutti quei casi in cui si utilizzano finti crossover (6 dB/oct) o nessuno. Difatti, da un lato i trasduttori sembrano suonare meglio in quanto le resistenze elettriche in serie sono minime e, quindi, possono restituire una buona efficienza e sensibilità. Dall'altro lato, però, i trasduttori emetteranno suoni in zone dove non dovrebbero farlo! Ciò significa elevata distorsione, bassa risoluzione, bassa tenuta in potenza e bassa dinamica… Sembrano più musicali, semplicemente perché il loro controllo è basso, prolungando le note… Prolungandole, la risoluzione diminuisce, la risposta ai transienti rallenta, il suono si colora ed appiattisce… Però è musicale…. solo perché non si ha una pallida idea di ciò che si dice!

Vi sono ulteriori effetti negativi introdotti dalla

teoria minimalista di assenza del crossover o minima pendenza. I trasduttori suonerebbero contemporaneamente per un maggiore spettro di frequenze, andando a ostacolarsi l'uno con l'altro. I trasduttori per i medio alti emetterebbero suoni anche in prossimità delle loro frequenze di risonanza, comportando inutili spostamenti della membrana, causa di distorsione che pur non udibile, inciderà sulla qualità del suono. Per tacere del fatto che se i trasduttori dinamici non presentano una impedenza piatta (attuabile mediante l'utilizzo di ulteriori componenti in parallelo al segnale) non sono molto precisi…. Avvantaggiando i sistemi planari.

Il problema è conosciuto e risaputo: come accorgersi della qualità scadente dei diffusori, anche se questi sembrano suonare bene? E' uno di quei casi dove la tecnica è superiore all'orecchio! I rilievi tecnici, indicano se il diffusore è progettato in modo minimalista e, quindi, anche se suona bene in realtà non… suona bene, oppure è progettato in un altro modo. Di fatto, occorre una lunga convivenza per scoprire l'ingannevole qualità del suono del diffusore minimalista. Soprattutto succede dopo averlo acquistato, portato a casa ed ascoltato per un anno circa… solo con la convivenza spesso si trovano i difetti.

Dopo questa necessaria premessa che ha messo in evidenza sfaccettature di questo variopinto mondo dell'audio, dove tutti sono esperti ed affermano di avere ragione, solo perché chi legge (o ascolta) purtroppo non capisce nulla di elettronica (e per questo solitamente legge HFG per comprendere qualcosa di non squisitamente tecnico, ma parallelo…), veniamo ai quesiti del lettore.

L'idea di fare un sistema multiamplificato denota


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