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ed affrontarli risolvendoli, anziché glissarli dietro il comodo paravento del "che tanto all'ascolto non si sente", poiché il più delle volte è lo stesso diffusore incapace di mettere in evidenza la defaillance. Esempio di progettazione secondo le leggi della Fisica, che la teoria minimalista accusa di pessime prestazioni sonore, è quello dei crossover passivi ad alta pendenza. In questo caso la regola dice che se i trasduttori sono fatti funzionare in bande ristrette e con limitate interferenze reciproche, in questo caso tutto andrà meglio, persino il suono. In realtà, il mancato utilizzo di crossover ad elevata pendenza (> 12 dB/Oct) è soprattutto una questione di risparmio economico. E' vero che introducono maggiori sfasamenti nella risposta in fase - magari anche con caratteristiche udibili - ma i vantaggi apportati dal maggiore controllo del trasduttore sono innegabili e si ritrovano soprattutto nel caso dei pieni orchestrali. Ogni cosa deve essere il frutto della giusta alchimia, fattore in cui si vede la qualità del progettista.
Ad ogni modo, i risultati sono decisamente migliori in tutti quei casi in cui si utilizzano finti crossover (6 dB/oct) o nessuno. Difatti, da un lato i trasduttori sembrano suonare meglio in quanto le resistenze elettriche in serie sono minime e, quindi, possono restituire una buona efficienza e sensibilità. Dall'altro lato, però, i trasduttori emetteranno suoni in zone dove non dovrebbero farlo! Ciò significa elevata distorsione, bassa risoluzione, bassa tenuta in potenza e bassa dinamica… Sembrano più musicali, semplicemente perché il loro controllo è basso, prolungando le note… Prolungandole, la risoluzione diminuisce, la risposta ai transienti rallenta, il suono si colora ed appiattisce… Però è musicale…. solo perché non si ha una pallida idea di ciò che si dice!
Vi sono ulteriori effetti negativi introdotti dalla
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