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MUSICA ROCK | The Velvet Underground 1 | 2 | 3 | 4

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l'acronimo di Greater Ambient Information Network. Si tratta, come per tutto il catalogo MOBILE FIDELITY SOUND LAB in CD, di registrazione AAD, quindi, si entra nel dominio digitale soltanto per la fase di masterizzazione finale. Inoltre, in questa fase, vengono utilizzati soltanto master originali al posto di eventuali master di seconda, terza o quarta generazione (copie di copie). Tutto questo in accordo alla filosofia di base della casa discografica la quale considera di primaria importanza la qualità dei master per la bontà del suono nelle proprie registrazioni. In effetti, a parte la bella custodia porta-CD, la qualità del prodotto è elevata. Le registrazioni sono all'insegna della massima ricostruzione possibile in termini di ambienza e di una sorprendente impronta "analogica" a discapito della brillantezza e dell'analiticità tipica del CD. La presenza di un leggero fruscio di fondo (HISS in termine tecnico) può spiazzare qualcuno, soprattutto chi è abituato a registrazioni DDD.

La cosa è tutt'altro che deleteria o accidentale. La presenza di HISS è infatti conseguenza di una precisa scelta dei tecnici della casa discografica, secondo i quali, quest'ultimo è parte integrante della musica ed ogni apparecchio musicale ne genera uno proprio (amplificatori, microfoni, interazioni con l'aria ecc.) ed è quindi praticamente impossibile eliminarlo senza interferire con le altre informazioni musicali. Inoltre, la psicoacustica dimostra che il cervello filtra automaticamente i rumori di fondo quando questi rimangono costanti.

Ritornando alla recensione vera e propria di WHITE LIGHT / WHITE HEAT, quest'ultima centra in pieno ciò che è l'obbiettivo dell'Hi-Fi, cioè la riproduzione fedele di una registrazione originale (il compito di registrare fedelmente un evento sonoro è cura dello studio di registrazione). Risulta invece scadente la qualità assoluta del

suono registrato in quanto i master di provenienza sono stati prodotti decenni prima con tecniche poco più che Lo-Fi. Questo, anche perché la tecnologia disponibile negli anni sessanta era di per se limitata, ed i VELVETS, sia per la tipologia del loro sound piuttosto ostico ad essere registrato, sia per la loro cultura in materia, non si sono certo dimostrati dei perfezionisti per quanto riguarda cura ed energie da dedicare alla qualità sonora delle registrazioni.

WHITE LIGHT / WHITE HEAT contiene sei brani. Si inizia con quello che dà il titolo all'album, un ibrido tra ROCKABILLY anni cinquanta, BLUES e POP SONG. La voce di REED si distende su una base di piano alla JERRY LEE LEWIS incrociata dal tappeto ritmico di chitarre distorte A-LA-VELVETS ereditato dall'album precedente, lontani, quasi nascosti i cymbals della batteria. Evidentissima l'impronta, che segnerà tutto il disco: la base ritmica, spessa ed imperscrutabile è sempre presente, il ritmo è spesso sincopato, a volte dissonante, il sound volutamente inquinato da distorsioni elettriche, le voci spesso monotoniche ed essenziali. Chiaro il ruolo di alter-ego al WEST COAST FLOWER-CHILD MOVEMENT.

La forma tradizionale di canzone ROCK viene disintegrata nel brano seguente THE GIFT. Disintegrata a partire dalla tecnica di registrazione che divide sui canali stereo la sezione vocale e quella strumentale: sul lato sinistro viene riprodotta principalmente la voce e sul lato destro la musica. THE GIFT è una sorta di GIULIETTA E ROMEO psichedelica, raccontata in modo parlato, senza cantare da CALE. L'interpretazione vocale è ammaliante e coinvolgente. Notevole l'abilità di CALE a tenere il proprio registro baritonale immobile sulla sua tipica cadenza con il suo accento gallese. La storia è quella di due fidanzati costretti a vivere a molte miglia di distanza: WALDO e MARSHA. WALDO, non avendo i soldi per pagarsi un


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