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HFG MUSIC | A COLLOQUIO CON...

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MySpace | Claudia Tellini e Nicola Vernuccio  1 | 2 | 3 | 4

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perché il jazz è ancora confinato come "musica per pochi". Facendo un discorso generale per la musica, devo dire che non c'è, ne' in Italia, ne' all'estero, questa grande cultura e nemmeno una grande volontà di promuoverla. Basti pensare al prezzo dei CD (con l'IVA al 20%, N.d.R.), alle strategie di marketing delle case discografiche, alla programmazione della nostra TV di Stato. Comunque, se può consolare, aggiungo che anche negli Stati Uniti solo pochi "eletti" hanno successo tra il grande pubblico.
Si gioca poi molto sul fatto che, chi compra dischi, quasi mai ha gli elementi per capire se si tratta di un'operazione ruffiana o di un qualcosa di veramente creativo. Dopotutto, ai musicisti interessa comunque il denaro e, a tutti i musicisti, una volta affermati, interessa restare sulla cresta dell'onda il più a lungo possibile. Ti sei mai chiesto perché i primi dischi di una band o di un solista sono spesso i migliori della loro discografia?
Noi, come gruppo emergente, e credo di poter parlare anche a nome di tanti altri, gradiremmo avere più guida, la strada più spianata da chi fa musica "sotto i riflettori". Loro dovrebbero essere i primi a promuovere la creatività. Io trovo molta più inventiva, più fantasia, tra chi suona nei club da una vita piuttosto che da chi è affermato ed ha come unico scopo soddisfare sempre i gusti delle persone. Noi, personalmente, non vorremo mai finire in questo limbo.

HFGM: È evidente che gli interessi commerciali, il preoccuparsi solo dei fatturati, dominano i comportamenti di chi potrebbe fare qualcosa, ma non fa. Pensi che l'accostamento tra jazz e rock potrebbe essere una strada da percorrere per unire sia il discorso commerciale che quello qualitativo? Dopotutto già Miles Davis negli anni '70, con il suo jazz rock era riuscito a riempire interi stadi di pubblico pagante con concerti di questo tipo.
CT & NV: Assolutamente sì. Ci sono stati molti gruppi di jazz rock come i Nucleus, i Soft Machine, i Weater Report, gli Oregon, che hanno fatto bella musica a prescindere dalla definizione di musica jazz, rock, funky o soul. Comunque, le definizioni sono nate per identificare un certo tipo di musica quando questa è nata. Poi la musica si è sempre evoluta: il soul è stato contaminato dal rock o dal jazz, il latin dalla bossa nova e così via. Jazz è una parola con un significato molto ampio già di per sé. Non significa solo swing, Louis Armstrong o la musica di una particolare città americana. Oggi bisognerebbe sforzarsi di pensare al jazz per ciò che è: musica contemporanea e basta. Ti faccio il nostro esempio: adesso vogliamo farci le ossa sull'acustico e l'elettronica per il momento non ci

interessa; non è però detto che in futuro non possa interessarci.
Il volere dare delle etichette poi, non ci piace. È solo un discorso commerciale, per aiutare chi legge riviste a poter comprare i dischi, ma ha sempre poco senso. Anche la contaminazione stessa noi la intendiamo più come influenza, spesso confondiamo la causa con l'effetto. Molti musicisti si appropriano di altre musiche, di altri standard per poterne fare uno loro. Se John Coltrane suono' con Olatunji esplorando nuove forme, non fece contaminazione ma la sua musica unendola a quella di un artista con diversa formazione. Ciò che è fuorviante, è che molti produttori per esempio dicono "
se qui metto il sitar, il brano diventa indiano". Quindi, se siamo in periodo dove la musica indiana è di moda riesco a vendere di più.

HFGM: Nicola, abbiamo parlato di jazz rock. Voglio chiederti di un album considerato fondamentale in quest'ambito. Si tratta di Bitches Brew di Miles Davis. Possiamo considerarlo ciò che meglio identifica l'unione tra musica jazz e musica rock?
NV: Parli di un album eccezionale. Quando uscì fece gridare allo scandalo pressoché tutti, anche coloro che non si ritenevano dei puristi. In quest'album, per la prima volta, fu usato un basso Fender da una formazione jazz. In questa ottica è stato un album che ha permesso ai rockettari di avvicinarsi al jazz e viceversa. In direzione opposta (dal rock verso il jazz) ma con lo stesso risultato, hanno agito i Soft Machine e Frank Zappa. Però, perdonami una po' di pragmatismo, secondo me, Miles Davis, indubbiamente un grandissimo musicista, in quell'occasione, spinse la sua genialità in direzione dei gusti del pubblico. Ritorno al discorso sulla contaminazione fatto prima: lui, per poter abbracciare sempre più pubblico, si sarà interrogato su come fare: "un'operazione commerciale, oppure la sua musica in un'altra maniera?". Lui scelse di fare la sua musica in un'altra maniera. Quindi, di nuovo, non possiamo definire Bitches Brew un album di contaminazione, ma piuttosto un progetto di Davis che va avanti con strumenti elettrici. Ecco: "un album che ha assorbito le influenze del periodo", mi sembra più corretto dire così. Comunque raccogliere ed unire influenze è fondamentale per crescere.
Per avvicinare i giovani al mondo del jazz bisogna essere creativi. Miles Davis, facendo
Bitches Brew, fece un capolavoro. Chi va sistematicamente a cercare progetti a tema per l'anniversario della morte di qualcuno farà solo un'operazione commerciale per rincorrere qualche moda. In


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