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LETTERE ALLA RIVISTA | 2002

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LETTERE ALLA RIVISTA

2002

LETTERA N. 7/2002  1 | 2 | 3 | 4

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rarità, non della normalità.

Perché, allora, molti sostengono la superiorità del suono dell'analogico?
Giudizi soggettivi, preferenze o mancanza di punti di riferimento da cui partire un confronto serio, il sistema di lettura digitale così come è stato concepito non è esente da colpe. Anzi tutto, contrariamente al sistema analogico, possiede maggiori potenzialità, soprattutto nella capacità di similitudine con il suono del master originale. Ne consegue una capacità di discernimento del contenuto della registrazione particolarmente elevata. Ciò implica una maggiore capacità di estrazione delle informazioni, soprattutto una maggiore linearità; sono questi, parametri carenti al sistema di lettura del giradischi. Ciò ci costringe a ripensare le modalità di costruzione delle meccaniche ed attuare una corretta strategia di messa a punto del lettore digitale.

Agli inizi degli anni Ottanta, il digitale era piuttosto acerbo. Considerate che nella maggioranza dei casi (Telarc esclusa), i CD derivavano direttamente dai master analogici (tipo copia/incolla), registrazioni pensate per l'analogico, sistema non lineare e poco selettivo, rispetto alla grande linearità e capacità di estrazione delle informazioni del lettore digitale. Ne risultava un suono non corretto, prescindendo da tutti gli altri parametri (capacità di lettura, qualità della sezione digitale, sezione analogica realizzata con operazionali super economici, ecc.). La conseguenza è stata un gran brutto suono, dove venivano messe in evidenza magagne imputabili alla tecnica di ripresa, qualità dei microfoni,sistema di riversamento, sbilanciamenti timbrici per correggere quelli del giradischi, ecc. Da ciò, ne è uscita indenne la Telarc. Questa etichetta discografica, già dal 1978 (o anche prima), realizzava master in DDD. Per cui se avete in CD, registrazioni Telarc di

musica classica (Carmina Burana, Uccello di Fuoco, ecc.), risalenti a quel periodo, vi accorgereste che sono perfettamente equilibrate. In più, se avete avuto la possibilità di ascoltarle negli anni, con diversi lettori di CD, costituenti l'ultimo l'evoluzione del precedente, vi accorgereste che quelle registrazioni sono andate migliorando nel tempo; fatto non molto evidente, se passate da un giradischi da 2.000.000 di lire ad uno del costo triplo, segno che il sistema giradischi è stato già abbastanza "spremuto".

Un altro argomento è quello di considerare perfetto il sistema digitale.
Niente di più errato, in quanto possiede i medesimi problemi di lettura del giradischi analogico, per cui dovrebbe essere rivisto e considerato in questa ottica. Con il tempo, la posizione di "perfezione" è stata riconsiderata. Il "trend" si è invertito a partire dai primi anni Novanta, inizialmente mettendo mano agli studi di registrazione: le apparecchiature utilizzate sono state sostituite un po' ovunque; gli ingegneri del suono ed i tecnici addetti alla registrazione, hanno "calibrato" il loro lavoro tendendo conto della maggiore linearità del digitale. E', infatti, da questo periodo che cominciamo a "toccare con mano" le qualità offerte dal sistema digitale, in virtù anche del fatto di una più diffusa omogeneità della qualità delle registrazioni dei Compact Disc. Basti considerare il fatto che per ogni LP occorre regolare l'angolo di tracciamento verticale (VTA: Vertical Tracking Angle) per essere certi di estrarre correttamente le informazioni dai solchi del vinile. Per di più, cominciano ad arrivare le nuove registrazioni, nulla di paragonabili (dove possibile) a quelle dei decenni di registrazioni in analogico per LP; registrazioni che mettono maggiormente in luce le grandi capacità di linearità, dinamica e qualità timbrica offerte dal digitale, quando ben "confezionato" (vedere


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