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rarità, non della normalità.
Perché, allora, molti sostengono la superiorità del suono dell'analogico? Giudizi soggettivi, preferenze o mancanza di punti di riferimento da cui partire un confronto serio, il sistema di lettura digitale così come è stato concepito non è esente da colpe. Anzi tutto, contrariamente al sistema analogico, possiede maggiori potenzialità, soprattutto nella capacità di similitudine con il suono del master originale. Ne consegue una capacità di discernimento del contenuto della registrazione particolarmente elevata. Ciò implica una maggiore capacità di estrazione delle informazioni, soprattutto una maggiore linearità; sono questi, parametri carenti al sistema di lettura del giradischi. Ciò ci costringe a ripensare le modalità di costruzione delle meccaniche ed attuare una corretta strategia di messa a punto del lettore digitale.
Agli inizi degli anni Ottanta, il digitale era piuttosto acerbo. Considerate che nella maggioranza dei casi (Telarc esclusa), i CD derivavano direttamente dai master analogici (tipo copia/incolla), registrazioni pensate per l'analogico, sistema non lineare e poco selettivo, rispetto alla grande linearità e capacità di estrazione delle informazioni del lettore digitale. Ne risultava un suono non corretto, prescindendo da tutti gli altri parametri (capacità di lettura, qualità della sezione digitale, sezione analogica realizzata con operazionali super economici, ecc.). La conseguenza è stata un gran brutto suono, dove venivano messe in evidenza magagne imputabili alla tecnica di ripresa, qualità dei microfoni,sistema di riversamento, sbilanciamenti timbrici per correggere quelli del giradischi, ecc. Da ciò, ne è uscita indenne la Telarc. Questa etichetta discografica, già dal 1978 (o anche prima), realizzava master in DDD. Per cui se avete in CD, registrazioni Telarc di
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