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LETTERE ALLA RIVISTA | 2001

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LETTERE ALLA RIVISTA

2001

LETTERA N. 7/2001  1 | 2 | 3 | 4

(Continua da pagina 3)

investire in un buon impianto, che in uno yacht (uhmmm, però con lo yacht si cucca….).  Ciò significa semplicemente che abbiamo fatto una scelta, una scelta di qualità totale, che ben si vedrà nei prossimi anni.

Tornando a prima, sappiamo tutti che si va in auto sia con la Mercedes sia con la Punto, si va in mare sia con lo yacht sia con la iole, si beve alcolico sia con il whisky 20 anni sia con la grappa, così come si legge di impianti per la riproduzione musicale sia leggendo Hi-FiGuide® sia altre fonti. Ovvio che poi ognuno deve sapere ed essere conscio del proprio personale contesto ed essere in grado di gustare al massimo ciò che gli è concesso. Però non venirmi a dire che le coppie di valori che ti ho portato come esempio esprimono equivalenza… Ogni componente (minore) può dare soddisfazione, forse appagamento,
ma non equivalenza. Ognuno deve saper cogliere il meglio da ciò che ha augurandosi di poter, un giorno, apprezzare anche il "meglio superiore". Non mi sembra filosofia, ma semplicemente tenere i piedi ben saldi per terra, essere realisti. Che forse Catalano voleva semplicemente dire questo?

Comunque su una cosa sono d'accordo con te: l'Hi-End può rivelarsi una trappola. Non sempre a prezzo più elevato corrisponde qualità più elevata. Capita anche troppo spesso di strapagare nomi altisonanti per prestazioni di hi-end level entry: occorre esperienza, conoscenza, ascolto.

Venendo poi ai
diffusori e agli ambienti, ovvio che se volessi piazzare una coppia alta un paio di metri con un fronte di 80 cm. nella tua stanza ci starebbero solo dal punto di vista fisico (ammesso che la fisica dei solidi consenta la convivenza con qualche altro pezzo d'arredamento). L'affermazione del mastodontico con gli ambienti piccoli non me la puoi stressare

calandola in una stanza come la tua: entro certi limiti di dimensione, anche diffusori (coni) di misura che solo apparentemente appare eccessiva (in rapporto alla stanza) danno estreme soddisfazioni. Sicuramente migliori dei minidiffusori.

Poi quella "
pasta sonora" che tu dicevi di ascoltare, non potrebbe essere imputabile ai diffusori? Oppure a questi relativamente alla pressione sonora alla quale li costringevi ad emettere? Oppure all'interfacciamento (intesa come ricerca della corretta messa a punto globale) delle precedenti ESB con la stanza? Tipologia delle registrazioni utilizzate? Sono tantissime le variabili… e non siamo convinti che si sia tentato di risolvere seriamente il problema. Potrebbe essere che quattro woofer da 25 in un ambiente come il tuo se spinti eccessivamente creano rimbombi e non consentono l'ascolto della gamma bassa VERA e PULITA, mentre una coppia da 13 come quell'attuale dà l'impressione di maggior equilibrio. Ma ricordati che tu stai ascoltando (ora) senza le basse frequenze, ascolti una buona (forse) gamma media. Anche per questo "ti sembra" di essere soddisfatto.

Vedi, il minidiffusore esprime i suoi limiti già dalla parola: mini.
Mini scena, mini gamma riprodotta….mini prezzo (non sempre). Non so che cosa tu intenda per larghezza e ampiezza di soundstage, ma ti assicuro che siamo su coppie di valori diversi. Tuttavia, anche i minidiffusori hanno la loro ragione di esistere: sono la palestra in cui allenarsi per l'upgrade successivo. Che, forse, metteresti in mano ad un diciottenne neopatentato una Testarossa? Garantito che si schianta alla prima svolta (non dico se a sinistra o a destra per non far cadere qualcuno in cattivi pensieri…..), nemmeno alla prima curva. Il paragone estendilo all'hi-fi e hai fatto terno: ti


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