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Spiego il mio cavo di potenza ad impedenza bassina. Ho comprato del cavo ad alta tensione, ossia filo trecciola in rame di sezione 1.5 mm, isolato da un materiale che riduca la capacità di accoppiamento, e ne ho fatto una specie di treccia a 4 fili, due per polo. In questo modo so ad orecchio che autoimpedenza c'è n'è molto meno, che stendendo i due cavi parallelamente. Lei saprebbe indicarmi perché? Comunque escludo di aver migliorato di molto la situazione capacità... del resto per quella, a parte costosi dielettrici, conviene giocare sulla distanza (o sull'inverso del suo quadrato, diciamo).
E qui la seconda domanda. Sarebbe sensato il mio progetto "cavo brooklin": due conduttori che stanno estremamente distanti uno dall'altro, ad esempio 15 o 20 cm, per quasi tutto il loro percorso? di certo la capacità scende... e di brutto…
Lei dice che il cavo fatto coi cavi di rete si mangia i bassi. Perché? Hummm mi pare chiaro che tutte le mie domande richiedono equazioni come risposte, non giri di parole per non addetti ai lavori, lei che le conosce le direbbe anche a me?
Ultime righe. Il cavo di segnale ad impedenza abbassata: trattasi di cavetto 4 poli più calza per trasmissione dati ad alta frequenza, di quelli che ci passa sopra qualche Mhz, per intenderci... due cavetti per polo e calza a massa solo dalla parte della sorgente. Questo va meglio del coassiale, ma perché?
E poi: che c'è da temere dalle interferenze in banda radio? come può un segnale così piccolo in ampiezza e di così alta frequenza (FM) disturbare il paio di volt della linea Line? Io non capisco... Sarebbe così gentile da impiegare qualche riga (Continua a pagina 3)
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