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LETTERE ALLA RIVISTA | 2001

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LETTERE ALLA RIVISTA

2001

LETTERA N. 21/2001  1 | 2 | 3 | 4

(Continua da pagina 2)

preparati perché non ti piaceranno.…
Alternativa 1. Cambi gusto e modello musicale, ma tieni l'impianto (
aggiungendo un buon sub riequilibri la situazione). Hai coerenza di emissione su tutto lo spettro, ma ti rimane un impianto "lento". Se però ascolti musica da camera, barocca, melodica, world music et similia, sei a posto. Abbandona rock, grandi orchestre.

Alternativa 2. Tieni i gusti musicali (se si chiamano rock, grandi orchestre e comunque spartiti di grande impatto) e cambi amplificazione e diffusori. Il lettore CD quello tienilo, è ottimo comunque. Ti serve uno stato solido che abbia grandi riserve di corrente e una coppia di diffusori tre vie, possibilmente in sospensione pneumatica. Le TDL Studio Monitor le scarto, non perché non siano all'altezza della situazione come sistema di diffusione, ma perché la scuola della linea di trasmissione (tale è la Monitor) non è fra le mie preferite. Qui il basso viene allungato dalla configurazione della linea (ciò genera l'impressione di ascoltare frequenze più basse di quelle riprodotte) e, giocoforza, perdi buona parte di quel controllo che invece è peculiarità delle sospensioni pneumatiche e di alcuni reflex. Dovessi scegliere, stando sulla linea di trasmissione, al limite opterei per le Reference M (portafoglio permettendo).

Anche andando sull'alta efficienza, come forse vorresti, non risolverebbe tutti i tuoi problemi: prima devi capire che tipo di basso cerchi (energico, controllato, potente, morbido, lungo) e devo capire che musica ascolti. Se prediligi forti escursioni di potenza, immediatezza di risposta, lascia perdere. Un sistema a valvole è un freno notevole.

In sintesi: con TDL Monitor guadagni nel corpo dei bassi e nella estensione, non acquisti però il vero controllo sul basso. Perdi qualcosina in

microcontrasto e trasparenza. L'interfacciamento non dovrebbe presentare difficoltà pur se sono una coppia poco sensibile, hai pur sempre due finali da 70 W a disposizione, lenti ma sono sempre 70.

Forse era meglio che non scrivevi, eh? Al caso risentiamoci. Buona riflessione.

Giorgio Capelli

Risponde Francesco Piccione

Grazie Giorgio per le tue ottime considerazioni e valutazioni. Io, invece, vorrei soffermarmi sulla
slegatura avvertita dal nostro lettore, tra la gamma bassa e la cellula elettrostatica, sue possibili origini e risoluzione.

Anzitutto, direi di escludere un problema d'interfacciamento tra l'amplificatore a valvole ed i diffusori.
Perché? Il fatto che il Model 9 sia una riedizione del suo progenitore degli anni '50, non c'interessa e non giustifica l'esistenza di presunti problemi di pilotaggio di certi diffusori. E' questo un amplificatore a valvole con trasformatore d'uscita, con pregi e difetti e come tale va trattato, senza invocare anzianità di progetto o simili accidenti, per dimostrare cose non imputabili a questo. L'amplificatore è, quindi, dotato di trasformatore d'uscita e tramite questo piloterà qualsiasi diffusore: se ben realizzato tutto bene; diversamente, amen.
Ho sentito spesso, diffusori elettrostatici pilotati da amplificazione a valvole e spesso vi ho trovato moltissimi pregi, ma nessun problema grave. Anzi. Dato che gli elettrostatici sono dotati di un trasformatore d'interfaccia con la membrana vibrante, spesso la soluzione migliore è quello di accoppiarlo ad un finale a valvole, purché di qualità.


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