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LETTERE ALLA RIVISTA | 2001

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LETTERE ALLA RIVISTA

2001

LETTERA N. 20/2001  1 | 2 | 3 | 4

(Continua da pagina 3)

- alterazione nella risposta in frequenza, esaltandola anche in numerosi punti;
- attriti nella velocità di trasferimento all'interno del materiale conduttivo;
- ostacolano la fluidità dell'estensione verso l'estremo basso;
- alterano il suono originale del segnale;
- introducono nuove distorsioni a quelle già esistenti;
- oppongono una "resistenza" all'estensione delle altissime frequenze.

Dal punto di vista sonoro, tutto sembra accompagnato da qualcosa di aggiunto, mascherando al contempo i segnali più deboli, li rallenta (facendo dissipare la loro energia in calore), li comprime dinamicamente e crea una sorta di sottile nebbia sul segnale musicale.

"....
le CLS peggiorano sensibilmente le loro prestazioni all'aumentare dell'umidità … ma sembrano diventate insensibili! …". Come si spiega l'assenza del fondo corsa della membrana delle elettrostatiche? Semplice ed ovvio. Pulito il tutto, si riacquista maggior controllo e smorzamento, vengono così a mancare (o non ulteriormente dotate di energia) tutte quelle piccole "enfatizzazioni" che contribuiscono a fare compiere alla membrana movimenti inutili in eccesso, abbassandone la capacità dinamica. Il maggiore senso di controllo, consente alla membrana di compiere solo i giusti spostamenti, diminuendo gli effetti negativi causati dall'umidità.

L'effetto visivo è simile a quello dell'inserimento del filtro subsonico del giradischi.
In assenza di questo, se il sistema braccio/testina ha una frequenza di risonanza superiore ai 12 Hz, accade di vedere muovere disordinatamente i woofers dei diffusori, tra un brano e l'altro del disco, quindi senza alcun suono. Inserendo il filtro, l'effetto scompare ed i

woofer rimangono immobili. Ebbene, in piccolo, una cosa simile accade in questo caso alle CLS, solo che ciò avviene grazie all'estrema capacità di pulizia e controllo del PF One, non al taglio delle frequenze sotto i 30 Hz del filtro subsonico.

Ovviamente, le elevate prestazioni sonore dell'HFG PF ONE non sono realizzate solamente dalla lotta alle risonanze. Altri fenomeni fisici sono stati presi in considerazione, tanto da poter affermare ciò:

- la sua
universalità negli abbinamenti (si abbina con qualsiasi diffusore, grande, piccolo, dalla complessa impedenza, ecc. e amplificatore);
- la sua
elevata tecnologia (data dalla struttura geometrica: non si tratta né di un coassiale, né di un banale doppino o cavo cat. 5); 
- la sua
eterna giovinezza (non diventerà mai vecchio o superato, poiché progettato nei minimi dettagli in aderenza delle leggi delle Fisica: anche nel 2030 sarà il primo della classe);
- il suo non essere un
equalizzatore (non sottrae porzioni di frequenze, tipico dei classi cavi tradizionali)

Che dire ancora? Anzitutto non mi aspettavo questa straordinaria testimonianza di coincidenza di giudizi sulle prestazioni sonore tra il nostro lettore, le mie esperienze sugli stessi e di altri lettori che hanno realizzato il PF One. Questo avvalora, non solo i miei personali studi sul trasporto degli elettroni all'interno dei cavi di collegamento, ma anche la tesi sull'Oggettività degli Ascolti o della percezione sonora: la soggettività è solo l'espressione di un giudizio.

Il rodaggio? Si avranno miglioramenti ancora per parecchi mesi…

Francesco S. Piccione

 

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