|
(Continua da pagina 2)
Pochi costruttori di cavi audio si realizzano i cavi da sé, poiché dovrebbero avere una costosa struttura industriale idonea, che spesso non potrebbe sopravvivere realizzando solo cavi per uso audio e/o video.
Ritornando al discorso della lotta alle risonanze, quindi, delle vibrazioni, molti si chiedono come sia possibile che un cavo abbia risonanze che influiscano sul suono, spostando l'attenzione sui parametri "classici" della resistenza, capacità ed induttanza. Fatto è che il cavo di collegamento, non è così semplice concettualmente; occorre un certo sforzo mentale per immaginare gli spostamenti degli elettroni da un capo all'altro dello stesso. Se riuscissimo almeno in piccola parte a comprendere questa fenomenologia, probabilmente molte cose non ci sembrerebbero poi così strane od improbabili.
Una di queste sono le risonanze introdotte dalla geometria del cavo e quelle autogenerantesi al passaggio degli elettroni. Sebbene il cavo sembri avere l'aspetto di un corpo sordo, in realtà qualsiasi forma solida ha la sua frequenza di risonanza e multipli di questa. Queste, anche se si tratta di tensioni bassissime, andranno ad influire sul segnale in transito, alterandolo in vari modi. Occorre poi notare che il segnale in transito oscilla a frequenze variabili in funzione della musica e tale oscillazione genererà altre oscillazioni. Per certuni, tutto ciò è incomprensibile ed impossibile.
Compresa l'esistenza di queste risonanze, strutturali o/e autogenerantesi al passaggio del segnale audio, occorre applicare espedienti tesi ad evitare l'amplificarsi delle stesse e, possibilmente, a soffocarle. Ammettendo che le risonanze non esistano assolutamente e siano queste un parto della mia fantasia, occorrerebbe notare nelle dichiarazioni del nostro lettore
|
|