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LETTERE ALLA RIVISTA | 2001

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LETTERE ALLA RIVISTA

2001

LETTERA N. 20/2001  1 | 2 | 3 | 4

(Continua da pagina 2)

Pochi costruttori di cavi audio si realizzano i cavi da sé, poiché dovrebbero avere una costosa struttura industriale idonea, che spesso non potrebbe sopravvivere realizzando solo cavi per uso audio e/o video.

Ritornando al discorso della
lotta alle risonanze, quindi, delle vibrazioni, molti si chiedono come sia possibile che un cavo abbia risonanze che influiscano sul suono, spostando l'attenzione sui parametri "classici" della resistenza, capacità ed induttanza. Fatto è che il cavo di collegamento, non è così semplice concettualmente; occorre un certo sforzo mentale per immaginare gli spostamenti degli elettroni da un capo all'altro dello stesso. Se riuscissimo almeno in piccola parte a comprendere questa fenomenologia, probabilmente molte cose non ci sembrerebbero poi così strane od improbabili.

Una di queste sono le
risonanze introdotte dalla geometria del cavo e quelle autogenerantesi al passaggio degli elettroni. Sebbene il cavo sembri avere l'aspetto di un corpo sordo, in realtà qualsiasi forma solida ha la sua frequenza di risonanza e multipli di questa. Queste, anche se si tratta di tensioni bassissime, andranno ad influire sul segnale in transito, alterandolo in vari modi. Occorre poi notare che il segnale in transito oscilla a frequenze variabili in funzione della musica e tale oscillazione genererà altre oscillazioni. Per certuni, tutto ciò è incomprensibile ed impossibile.

Compresa l'esistenza di queste risonanze, strutturali o/e autogenerantesi al passaggio del segnale audio, occorre applicare espedienti tesi ad evitare l'amplificarsi delle stesse e, possibilmente, a soffocarle. Ammettendo che le risonanze non esistano assolutamente e siano queste un parto della mia fantasia, occorrerebbe notare nelle dichiarazioni del nostro lettore

Giancarlo, alcuni passi che non si spiegherebbero altrimenti, se non nel caso si voglia dare allo stesso (e a centinaia di migliaia di persone in tutto il pianeta) di essere stato soggetto a miraggi, causati in ispecie dal suo mal di schiena!!

Nel PF One la lotta alle risonanze è stata condotta perseguendo diverse strade.
Anzitutto quella dell'utilizzo di particolare sezione. Questo evita l'invigorimento di alcune risonanze, la somma delle stesse, permettendo la dispersione della loro energia. In secondo, la sua struttura geometrica, tesa soprattutto alla qualità del trasferimento del segnale, sopprimendo anche altre fonti di disturbi. A questo punto, molti di voi si chiederanno: "Ma che danno apportano al suono le risonanze e come riconoscerne le disfunzioni?".

Qui è avvenuto il fatto straordinario, ricavabile da alcune affermazioni del nostro lettore.
Analizziamo alcune sue affermazioni. "....
è sparita la sensazione di compressione/distorsione nei picchi ad altissimo volume..."; "... il basso appare sin troppo frenato anche se con alcuni brani.... direi che scende maggiormente in basso...."; ".... ho potuto leggermente alzare il livello dei Sub ...", "... più dinamica sul basso, ma niente più "sporcizia" al contorno ....".

Queste affermazioni sono identiche a quelle rilevate da me nel corso di anni di sperimentazione, nonché da tantissime altre persone a cui ho sottoposto il "suono" dei miei esperimenti ed a tante altre che hanno realizzato questo cavo o acquistato miei cavi.

Le risonanze in linea di massima causano (ovviamene vista dal lato dell'infinitamente piccolo):


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