HI-FIGUIDE | Guida italiana all'alta fedeltà esoterica ed hi-end internazionale | Rivista di approfondimento sui temi audio
E-Copmmerce | Acquista | E-Shopping Home Site Map | Web Edition Progetto Servizi Chi siamo Registrazione Newsletter | No Spam! Invia posta Tutto HFG!

LETTERE ALLA RIVISTA | 2001

Cerca

LETTERE ALLA RIVISTA

2001

LETTERA N. 19/2001  1 | 2 | 3 | 4 | 5

(Continua da pagina 3)


Veniamo adesso alle richieste del nostro lettore.
Tendenzialmente, sono contrario all'utilizzo generico di sub separati, al solo scopo di riempire una "falla". Si tratta di componenti di non semplice progettazione e gestione, che potrebbero aspirare ad un ruolo superiore a quello di comprimario. Per una corretta riproduzione delle basse frequenze, occorre spostare grossi volumi d'aria, cercando di contenere la distorsione. Ciò è possibile, solo realizzando oggetti dalle dimensioni generose, più simili a quelle di un frigorifero di medie dimensioni che a quelle di un piccolo
puf da salotto. Inoltre, un errore frequentissimo è quello di abbinare i subwoofer a minidiffusori. Le caratteristiche meccano-fisiche di entrambi, sono incompatibili al corretto interfacciamento. Infine, meglio utilizzarne due.

Ben in nostro lettore dice, quando afferma, data la sua passione per la classica, avere individuato nelle ESS AMT 330, il modello di casse acustiche adatte allo scopo. Occorre però, prendere con le molle i dati tecnici forniti dai costruttori, spesso gonfiati, in particolare la risposta in frequenza: meglio desumere l'estensione verso il basso profondo dalle dimensioni del woofer e tipologia di accordo. Maggiore affidamento, invece, può essere riposta sulla sensibilità, misurata in Decibel (dB) per un Watt ad un metro di distanza.

Corretta, anche, l'idea di fare le cose gradualmente.
L'ESS 212 CF è un sub passivo, con carico acustico in cassa chiusa con 2 woofer da 30 cm di diametro, funzionanti in push-pull. Qualcosa non mi quadra, ma così apprendo dai dati di targa riportati in un annuario prezzi. Le dimensioni ed il peso non sono da sub come da me intesi. Ad ogni modo di questo oggetto se ne dovrebbero utilizzare due, uno per canale,

raggiungendo un costo complessivo di 2.600.000 circa. Meglio utilizzarne quattro ... ma direi che possiamo accontentarci.

L'AMT 16, che non conosco personalmente, dai dati tecnici dichiarati sembrerebbe essere la parte superiore del 330 e costa 4.300.000 lire circa la coppia. La somma dell'intero sistema, 212+16, si aggira sulle 6.900.000 lire circa. A questa somma, dovrebbe aggiungere il costo dei piedistalli per l'AMT 16, ed il costo del crossover elettronico di qualità (a questo punto il cross conviene per raggiungere superiori prestazioni). Arriviamo così a superare di poco i 10.000.000 di lire, per un sistema di tutto rispetto: i subwoofer separati fisicamente non trasmettono le vibrazioni ai medioalti; possibilità di posizionare quest'ultimi utilizzando tecniche antivibrazioni; presenza del crossover elettronico e conseguente bi-amplificazione. Non male come idea....

Così combinato il sistema non funziona, se non con l'acquisto di due finali di potenza stereo, un preamplificatore, un lettore CD e dei cavi di collegamento. Riguardo le
elettroniche, nell'attesa, può utilizzare i componenti in suo possesso, anche se in modo "precario". Per contenere i costi di acquisto delle altre apparecchiature, potrebbe rivolgersi al mercato dell'usato e scegliere tra quelli da noi segnalati nello "Standard Minimo". In questa rivista esiste una sezione dedicata al mercatino audio, ben curata dal nostro Capelli, ma esistono annunci un po' dappertutto.

Per quanto riguarda i
cavi, conviene realizzare quelli di nostro progetto in quanto superiori alla stragrande maggioranza dei cavi esistenti in commercio dal costo di 500.000 lire o presentati da altre riviste. Ciò non è un'opinione ma il frutto dell'applicazione di regole certe ed efficaci relative al trasporto del segnale all'interno dei


(Continua a pagina 5)

 

All Rights Reserved ® Copyright © | Francesco Piccione | 1998/2013