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LETTERE ALLA RIVISTA | 2000

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LETTERE ALLA RIVISTA

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LETTERA N. 3/2000  1 | 2 | 3 | 4 | 5

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diffusore da 100 dB W/m.
Con 10 W siamo già a 110 dB…. Con 100 W siamo a 120 dB…. 123 dB con 200 W! Quindi questo diffusore in un bell'ambiente domestico, funzionerebbe sempre con una media inferiore al watt…… senza alcun genere di distorsione.

In media ascoltiamo con 96 dB di pressione acustica al punto di ascolto.
Non si tratta di un livello sonoro basso, ma nemmeno tanto alto. 120 dB di pressione acustica, ad esempio, non è possibile sopportarli in ambiente domestico, ma ci servono se volessimo sonorizzare grandi ambienti, appunto per evitare di erogare ai diffusori più di 200 W di picco. Per questo motivo, nel settore professionale, il minimo di sensibilità di un diffusore deve essere intorno o superiore ai 110 dB W/m.

Altro discorso è la
potenza acustica.
E' un parametro diverso dalla sensibilità, ma comune a questa. Difatti,
indica la pressione acustica dell'intera banda di frequenze emesse dal diffusore. Ciò non coincide con il valore dichiarato di sensibilità, rilevato a 1.000 Hz, a meno che il diffusore non abbia requisiti tali da emettere la stessa pressione acustica nel più largo range di frequenze. .

Il Sig. Danilo, vorrebbe cimentarsi nella costruzione di un bass reflex a due vie con sensibilità di circa 94 dB W/m. Come ottenere tali valori, senza ricorrere a specifici altoparlanti professionali? Le vie da seguire sono tre:

1. Carico acustico a tromba;
2. Utilizzo di magneti in coppia, in tripletta o surdimensionati;
3. Utilizzare più altoparlanti in serie-parallelo.

Al di fuori di queste regole, considerato anche la presenza di un crossover passivo, è difficile

superare i 90-92 dB W/m! Esistono costruttori che dichiarano valori di sensibilità superiori, senza l'applicazione delle tre regole sopraccitate: si tratta in questo caso di ciarlatani.
Esistono
trasduttori dalla sensibilità superiore ai 90-92 dB. Si trovano tutti nei diversi cataloghi per impieghi nel settore professionale. In tal caso, i valori dichiarati di sensibilità sono elevati e realistici. Ce ne accorgiamo dal peso complessivo del trasduttore e dalle dimensioni, particolarmente generosi, dei magneti. Vi sono infatti, ad esempio, alcuni woofer Beyma che hanno anche 100 dB di sensibilità, ma hanno anche magneti poderosi e pesi da etti di prosciutto per le membrane. Pensate che i midrange hanno diametri da 20 centimetri… I tweeter sono poi, ad esempio, del tipo piezoelettrico e non dei semplici cupola morbida. Tutti trasduttori, non adatti per la qualità sonora richiesta nelle applicazioni esoteriche, a parte rarissimi casi.

La
sensibilità dichiarata dei trasduttori "sciolti" è quella massima misurata sullo stesso. Che sia costante o meno, lo si può arguire osservando la curva di risposta in frequenza del trasduttore.
I programmi di simulazione, ad esempio, danno un valore alla sensibilità esclusivamente inserendo i parametri elettromeccanici del trasduttore. Per sapere se ciò è corretto e per conoscere l'andamento in frequenza, occorre attuare una rilevazione strumentale. In più tale valore è fortemente influenzato, come la risposta in frequenza, dal pannello in cui il trasduttore è montato o dalle dimensioni frontali del diffusore…. E mi fermo qui, altrimenti tanto vale scrivere un libro…

Riguardo il concetto di
potenza acustica, Lei vorrebbe ottenere certi valori di sensibilità con un sistema a due vie, dotato di crossover passivo. Immagino che vorrebbe utilizzare un


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