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MUSICA ROCK | Van Der Graaf Generator 1 | 2 | 3 

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GUY EVANS (batteria e percussioni), JEFF PEACH (flauto). THE AEROSOL GREY MACHINE sicuramente è il disco dei VAN DER GRAAF GENERATOR che più si allontana dallo stereotipo Progressive. È anche il meno evoluto dal punto di vista della tecnica e degli arrangiamenti: nella formazione non ci sono ancora i sassofoni di DAVID JACKSON che si aggiungerà in seguito, così come sono assenti molte raffinatezze elettriche. È la Psichedelia acustico-vocale, con connotati Garage-Indie il genere in cui l'album più si identifica. L'album fissa il proprio baricentro sulla voce di HAMMILL agganciata e rilasciata dagli accordi dell'organo. Manca la chitarra solista e, la linea ritmica, molto sofisticata, varia dal melodico alla dissonanza, senza però stravolgere nessuna ortodossia.

La ristampa in LP recensita è quella destinata al mercato americano. Diversa da quella europea e senza le bonus track incluse nelle edizioni in CD. La qualità sonora e molto buona. Malgrado si tratti di un LP peso piuma (poco più di 100 gr.) non rimasterizzato si fa apprezzare sotto molti aspetti: basso corposo, suoni rotondi e puliti (specie sulla voce), effetto stereo non invadente ma correttamente restituito, rumble di fondo ridotto. Caratteristiche, queste ultime, esaltate dal recensire una copia con una ottima planarità geometrica, tutt'altro che frequente in vinili di ridotto spessore.

Il disco apre con la Psichedelia Folk di AFTERWARDS. La voce dolce ed espressiva di HAMMILL si diluisce nell'inviluppo sonoro di piano, organo e chitarra acustica.
Un altro raccordo con la Psichedelia Folk avviene con le successive ORTHENTHIAN St. (Part I & II). Anche qui i VAN DER GRAAF si avvicinano più alla musica West Coast di TIM BUCKLEY che ai cugini KING CRIMSON. Il beat della batteria si fa più marcato e la lunghezza dei brani permette l'alternarsi di atmosfere melodiche e

semiacustiche (prevalenti) a passaggi Rock più grintosi.

La successiva RUNNING BACK conferma le intenzioni (soliste) originali dell'album. L'interpretazione da trovatore accompagnato dalla sua chitarra acustica di HAMMILL, si accosta al sound delle percussioni e del flauto (quest'ultimo autore di uno splendido assolo). Assenti, oltre alla lead guitar anche la batteria.

INTO A GAME, ultimo brano del lato A è la svolta progressive: la voce e la batteria si fanno più dure, il basso forza la traccia ritmica. Il brano è diviso in due movimenti; nel primo la parte vocale è eseguita da HAMMILL, nel secondo dal coro dei VAN DER GRAAF GENEARTOR.

L'impollinazione Pop del VILLAGE PRESERVATION SOCIETY registrato dai KINKS l'anno prima, apre il lato B: THE AEROSOL GREY MACHINE. Segue l'ipnotismo strumental-psichedelico di BLACK SMOKE YEN. Poco più di due minuti in due.

AQUARIAN, la seconda tappa Progressive, è il primo brano vero del lato, forse il miglior brano dell'album. La linea melodica di piano e voce gioca a nascondino con la sezione ritmica di chitarra, basso e batteria. L'arrangiamento è da banda sinfonica.

Segue, introdotta da un rullante stile marcia militare NECROMANCER. Terza e ultima tappa Progressive, rende giustizia al lavoro di tutta la band allontanandosi (anche se di poco) dal protagonismo marcato HAMMILL. Chiude il disco OCTOPUS una lunga suite per organo scandita dai cambi di tempo della batteria.

Considerando la discografia dei VAN DER GRAAF GENERATOR fisicamente divisa in due, abbiamo una prima parte che va dal '69 al '71 (4 album) ed una seconda dal '75 all'85 (6 album). La


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