HI-FIGUIDE | Guida italiana all'alta fedeltà esoterica ed hi-end internazionale | Rivista di approfondimento sui temi audio
E-Copmmerce | Acquista | E-Shopping Home Web Edition | Indice On-Line Progetto Servizi Chi siamo Registrazione Newsletter | No Spam! Invia posta Tutto HFG!

HFG MUSIC | RECENSIONI MUSICALI | JAZZ STRUMENTALE

Cerca

HOME | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6

JAZZ STRUMENTALE | Bill Evans Trio - Sunday at the Village Vanguard  1 | 2 | 3 

(Continua da pagina 1)

rispettosa della tonalità e caratterizzata da una ricorrente evidenza del dato melodico è tutt'altro che facile a causa della complessità e della voluta indecisione ritmica, nonché di una progressiva imprevedibilità.

Il Cd in questione racconta di un miracolo, si perché di miracolo artistico si tratta, che oggi si può riascoltare in 21 brani stampati e ristampati e rimasterizzati. Avviene "il 21 giugno 1961" una domenica pomeriggio, ultimo giorno di un ingaggio di due settimane al Village Vanguard di New York. Quella domenica il Trio suona per cinque set, due nel pomeriggio tra le 16,30 e le 18,30 , e tre la sera dalle 21,30 in poi. Il trio raggiunge qui il vertice del lavoro che va compiendo da un paio d'anni. Per una di quelle coincidenze non frequenti nella storia del jazz, i tre sembrano pervenire tutti insieme nello stesso momento alla maturazione dei rispettivi e diversi talenti. Le singole musicalità e creatività appaiono al meglio, e la loro capacità di entrare ognuno nell'animo musicale dell'altro determina il miracolo musicale.

Il concerto avviene in pubblico, ma i tre si sentono responsabili esclusivamente verso se stessi e verso la musica. Ciò contribuisce a determinare la densità quasi palpabile, da mozzare il fiato, di queste registrazioni. I musicisti camminano su un percorso di ricerca quasi impietosamente puro. Si sentono chiacchiericci (come piacciono molto all'audiofilo) e risate del pubblico ma i tre non se ne curano, tutta l'attenzione di ciascuno è rivolta al suono, il proprio e quello degli altri due. L'equilibrio, il meccanismo interno al trio è ormai "perfetto". Appena dodici giorni dopo, il venticinquenne Scott La Faro muore in un incidente automobilistico, ed Evans cadrà in una crisi profonda al punto di pensare di rinunciare alla musica per sempre, ma questa è un'altra storia.

Più che un disco questo è un "pezzo" di passato, ah, potessimo avere delle registrazione di concerti anche di Mozart o di Paganini…, ma oggi la tecnologia (meraviglia quando viene utilizzata per questi scopi) ci permette questo, di raccogliere e memorizzare eventi importanti, per non dire magici come alcuni concerti come quello preso in esame.
Un evento avvenuto 39 anni fa, ma oggi riascoltabile in modo superbo (impianto permettendo).
In questa recensione non mi sono soltanto soffermato a raccontare il contenuto del CD, ma estrapolando notizie da alcuni testi importanti come "J
azz" di Arrigo Polillo (edito da Mondadori), e che raccomando a tutti gli appassionati del genere di acquistare, ho narrato molto in breve parte della vita di questo straordinario artista, trascrivendo alcuni episodi ritenuti da molti fondamentali.

Opere da non perdere:
La collaborazione con il Divino M. Davis nel suo sestetto (Kind of Blue, Columbia) per volere dello stesso Davis.

Altre opere di questo artista da non farsi mancare:
LiveAt Montreux jazz festival, The Bill Evans Album, Crosscurrents.
Further Conversations with Myself, Verve
Bill Evans Alone dal vivo alla Webster Hall di New york, Verve
Conversation with Bill Evans Decca - interpretazioni in chiave europea di frequentazioni più note di Evans (al piano un grande musicista francese Jean-Yves Thibaudet)

Nella seconda metà degli anni settanta la salute di Bill Evans è assai precaria ma l'artista non fa nulla per migliorare la situazione pur essendone consapevole.
All'Umbria jazz del 1978 dove si presenta con


(Continua a pagina 3)

 

All Rights Reserved ® Copyright © | Francesco Piccione | 1998/2012