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JAZZ STRUMENTALE | Miles Davis Sketches of Spain  1 | 2 | 3 

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COOL. La collaborazione tra i due ha però origini molto più lontane: iniziata alla fine degli anni '40 si è protratta per più di venti anni andando ad esplorare differenti forme espressive e generando una notevole mole di lavoro sia in termini di album che di esibizioni dal vivo.

In SKETCHES OF SPAIN inoltre, sono di EVANS anche le composizioni degli ultimi tre brani del disco; senza considerare, e questo lo si evince dalla lettura delle liner notes, il suo apporto, esteso come supervisore, sia sulla registrazione che sulla produzione.

In quest'opera, l'organico dei musicisti si compone di un'orchestra di circa venti elementi della quale fa parte, ovviamente, anche DAVIS. Le registrazione dell'album provengono da due session distinte nelle quali anche le formazioni delle band differiscono leggermente. La prima session datata 20 Novembre 1959 è quella del primo brano CONCIERTO DE ARANJUEZ. Dalla seconda session invece, quella del 10 Marzo 1960 provengono gli altri brani. Dei musicisti coinvolti, la sezione ritmica è quella del mitico quintetto base di KIND OF BLUE: PAUL CHAMBERS al contrabbasso e JIMMY COBB alla batteria. In tutti i brani si fa uso delle percussioni tipiche della musica spagnola quasi sconosciute alla scuola del JAZZ tradizionale, mentre in alcuni passaggi l'arpa sostituisce il pianoforte e, il contrabbasso, come in musica classica, viene suonato con l'archetto. Assente è il saxofono.

CONCIERTO DE ARANJUEZ apre il disco. E l'interpretazione di EVANS di una composizione per chitarra e orchestra scritta alcuni anni prima da JOAQUIN RODRIGO. L'inizio adagio prevede l'esecuzione di una melodia che farà da tema per tutto il brano, poi, a seguire, un tamburello basco, un contrabbasso, una delicatissima batteria suonata con le spazzole e un duetto tra due sezioni di fiati; il tutto per introdurre l'assolo

della tromba DAVISIANA accompagnato dagli archi di viole, violoncelli e contrabbasso. La sezione successiva si sposta sull'allegro, sono a turno i flauti, i clarinetti, le nacchere e il tamburello basco a reintrodurre il secondo assolo di DAVIS, che coinvolge, in un dialogo a tre le altre sezioni di fiati e ance. La batteria, rimane morbida ed appena udibile, il piano, come in tutte le altre composizioni del disco è assente.

Il secondo brano è WILL O' THE WISP, estratto da un balletto composto nel 1915 da MANUEL DE FALLA. Iniziano le trombe insieme alle nacchere, lo strumento di DAVIS è il più evidente in quanto suona note più acute degli altri, la sezione ritmica è una grancassa quasi indistinguibile tanto suona vellutata e morbida. Tutto si esaurisce in quattro ricchissimi minuti.

Il terzo brano, THE PAN PIPER si ispira ad una melodia folkloristica spagnola. DAVIS dà il via all'esecuzione con un assolo malinconico. Mancano le tipiche percussioni spagnole. In primo piano, si distinguono i cymbal della batteria di COBB ed il contrabbasso di CHAMBERS questa volta pizzicato con il consueto stile jazzistico.

SAETA è il penultimo brano del disco. La tradizione Andalusa vuole che questa musica sia cantata da una donna vestita di pizzo nero, durante la processione che rievoca la Passione di Gesù Cristo. E' sicuramente il brano emotivamente più coinvolgente. EVANS ha ricostruito attraverso l'arrangiamento l'atmosfera della processione, mentre alla tromba di DAVIS è affidata la parte del canto della donna in nero. Il brano inizia e finisce con una fanfara di trombe e batteria. La tromba di DAVIS riempie la parte centrale. Con lui suonano, al tempo di marcia militare il tamburello basco e il rullante della batteria (questa volta percosso con le bacchette); il background è costituito dall'arpa e


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