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L'impianto con cui ho effettuato l'ascolto è il mio consueto. Preamplificatore a valvole Hampton HD 7, crossover elettronico The Music Dream Activer, finali di potenza Aloia ST 140 (uno per i midrange e l'altro per i tweeter) ed Accuphase E-203 per i bassi, sistema di diffusione del suono The Music Dream Reference System. Sorgente digitale di riferimento: Accuphase DP 70. Le sorgenti utilizzate per il Festival di Sanremo sono due televisori stereo a 29 pollici, uno Sony e l'altro Brionvega ed un video registratore stereo Mitsubishi HS-M54. Proprio quest'ultimo era collegato direttamente all'ingresso del preamplificatore, per potere sfruttare al meglio il segnale audio, dato che grosso modo la scheda audio di cui dispone può essere paragonata a quella di un lettore cd di medio costo. Ho così evitato di prelevare il segnale audio dall'uscita di uno dei due televisori, in quanto il loro suono non mi è sembrato granché. Come cavi di collegamento, data la distanza di 250 cm tra il televisore ed il preamplificatore, ho utilizzato una coppia di Monster Cable Interlink 400 per il primo metro. Per i successivi ho utilizzato del normale Tasker. Il prossimo anno utilizzerò un cavetto appositamente realizzato da me della giusta lunghezza. Questo cavo è stato rigorosamente posizionato seguendo le indicazioni da me date in articoli pubblicati su Costruire Hi-Fi nn. 41 e 42 del 1999, cioè lontani dal pavimento e dalle pareti del mio ambiente d'ascolto per mitigare gli effetti nocivi di campi elettromagnetici ed interferenze varie.
Negli anni passati, il suono della diretta televisiva risentiva di un'eccessiva carenza di bassi, tanto che per un corretto ascolto era necessario inserire il loudness o aumentare il livello dei bassi con apposito controllo di tono. E questa era la magagna più evidente. Viceversa quest'anno le cose sono andate decisamente meglio, tanto da poter dichiarare che quello di quest'anno dal punto di vista audio, è stato il miglior festival, a prescindere dal cambiamento del mio impianto stereo. Tale performance non è stata però costante nell'arco della settimana sanremese. Nei miei appunti leggo che il lunedì ed il sabato, specialmente quest'ultimo giorno, il suono è stato di ottima qualità. Nei giorni di martedì, mercoledì e venerdì, il risultato migliore si raggiungeva sempre dopo le ore 22, con l'eccezione del venerdì che è da considerarsi un giorno nero. Quale la differenza tra giornata buona e non buona? E' presto detto. Nella giornata non buona la voce
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di Fabio Fazio era sempre accompagnata da una nota metallica, causata da distorsione d'ordine dispari, in particolare di terza armonica, facilmente identificabile all'ascolto per via di certe sue caratteristiche. Tale distorsione rendeva l'ascolto non certo riposante, in quanto tutta la gamma medioalta ne risentiva, restituita in modo innaturale. La voce del conduttore accompagnata da questa nota metallica era il primo indizio. Complice era anche il suo microfono, perché anche nei due giorni di grazia, il problema veniva mitigato, pur non presentandosi affatto nei momenti in cui era in scena la canzone. Probabilmente se usavo altri cavi al posto dei tasker, l'effetto, pur persistendo, sarebbe diminuito. Questo il suono nelle giornate no.
Nelle due giornate di massima grazia com'è andata? Il lunedì ed in particolare il Sabato a cui mi riferisco per brevità nelle mie note d'ascolto, il suono esibito era a tratti prestigioso, addirittura impressionante. La larghezza di banda era molto ampia con una gamma bassa all'altezza delle migliori registrazioni digitali. Pur non raggiungendo l'articolazione e la trasparenza di quest'ultime, il basso era intanto presente e ben modulato, situazione assente negli anni passati. E' stata questa la prima impressione positiva. La dinamica invece era prorompente, addirittura sono ancora indeciso se non fosse maggiore del riferimento digitale. Potrebbe essere così, anche perché vi ricordo che eravamo in diretta e quindi non vedo delle strettoie importanti che rallentino questo parametro. Quindi la dinamica era ai massimi livelli con altrettanta bassa distorsione. La spazialità esibita non aveva nulla a che invidiare al mio riferimento digitale: amplissima, più di così non si poteva. Non era possibile discernere con esattezza lo sfondo del palcoscenico immaginario, in quanto occorreva in questo caso usufruire di una sorgente video progettata con i crismi dell'esotericità (non dimentichiamo anche la trasmissione del segnale via aerea), ma accoppiata alla dinamica ed all'immanenza dei bassi, ci possiamo accontentare. Importante poi il fatto di non vedere le immagini mentre si ascolta. Quando vediamo le immagini il suono sembra migliore. In realtà è un semplice inganno attuato dall'utilizzo anche della vista, tant'è che ascolti di alcuni brani effettuati in giorni successivi alla prima serata, li ho svolti senza l'ausilio delle immagini. Allora ecco che si notano le limitazioni (mica tanto), quantificabili in bassa microrisoluzione, (Continua a pagina 3)
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