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LETTERE ALLA RIVISTA | 2001

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LETTERE ALLA RIVISTA

2001

LETTERA N. 28/2001  1 | 2 | 3

(Continua da pagina 1)


In relazione al
prezzo. Non ci sono rivali da questo punto di vista. Se trovo molto buone le …, ascoltate per l'ennesima volta al recente Top Audio, poi mi sconforto scoprendo che costano circa 38 milioni la coppia!! Mi rotolo per terra dalle risate pensando alle solite … da 150 milioni, alle … da 28 milioni, etc....
Cosa significa? Le solite banalità. 1) se a monte di un progetto valido vi è uno studio progettuale su cui si è investito molto in termini economici, a valle di un simile progetto vi sarà un diffusore valido con componenti d'alta qualità e costruzioni ineccepibile. 2) successivamente il marketing e la serietà del costruttore faranno il resto, cioè la differenza.

Ciò significa che se le nostre ESS fossero in mano ad un marpione del mercato (per fortuna Marchese è persona onesta), sarebbero in vendita ad almeno 15-18 milioni, condite da frasi tipo "altoparlanti su specifiche", "crossover molto complesso con componenti customs", "cabinet con essenze rare ad alto potere antirisonante" ... Tralascio volutamente i paragoni con costruttori a "bassissima tiratura" (Aloia, Chiomenti, SAP et similia): lì il progetto può anche essere valido e superiore, ma i costi sono talmente elevati da renderli sovente improponibili. Beato chi se lo potrà permettere, poiché si tratta anche di oggetti esclusivi. Morale: un buon suono ha un costo, ma non significa che più è alto (il prezzo) più il diffusore è migliore. Come dicevo, le solite banalità... Per questo motivo consiglio sempre la lettura di HI-FIGUIDE.

Circa l'altra tua riflessione, credo che prima di tutto nella realizzazione di un impianto hi-fi ci deve essere equilibrio. Due esempi. Al recente Top Audio ho ascoltato il lettore CD LINN CD 12 (roba da 36.000.000) che faceva sfiatare un paio di casse da meno di 4 milioni (sempre LINN). Aldilà delle motivazioni di colui che ha allestito

l'impianto, il rischio è quello di dire che quel lettore è una ciofeca. Nel caso invertito, ossia diffusori costosti e lettore economico, prescindendo dall'equilibrio, il suono sarebbe stato decisamente migliore ed i diffusori non sarebbero stati considerati una.. ciofeca!

Negli stessi giorni (fuori dal Top Audio) ho ascoltato un paio di ampli mono della Sistemi Industriali s.r.l. (chi sono? Porta pazienza, a breve leggerai una mia recensione) dal prezzo di 12.000.000 circa la coppia accoppiati ad una meccanica Philips 882 ed un convertitore Beard. A suonare era una coppia di The Wall II, monovia, 8 trasduttori, made in Zaini (quello della The Sound of the Valve). Che brutta musica.... ma li ho convinti a farmeli provare sul MIO impianto: vuoi sapere come finisce? eh...eh... eh.... aspetta la recensione e ne leggerai delle belle.....

Se poi parliamo (ad equilibrio acquisito) di predominanza, io dico che l'impronta timbrica sia al 70% dovuta alle caratteristiche del diffusore, al 30% per ciò che sta a monte; mentre per le caratteristiche dell'emissione (velocità, controllo, corpo ecc.) il rapporto sia rovesciato. Ciò significa poi anche che al di sopra di un certo limite minimo qualitativo delle elettroniche, qualunque impianto consente di capire le differenti impostazioni (qualità e negatività) dei diffusori. Peccato che quel
limite minimo significhi qualcosa più dei 4 milioni per un impianto completo (lettore, ampli e diffusori), che oggi la maggior parte della gente è disposta a spendere, sostenendo che qui c'è già la qualità. Ecco perché c'è una gran confusione: se hai solo 4 diottrie per occhio puoi anche andare a caccia ma per fare il cane da raccolta!

Per quanto riguarda certi
distributori o costruttori, è normale e scontato affermare che


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