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LETTERE ALLA RIVISTA | 2001

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LETTERE ALLA RIVISTA

2001

LETTERA N. 27/2001  1 | 2 | 3

(Continua da pagina 2)

che acquistando quel convertitore dovrà acquistare la meccanica Wadia, tanto per essere sicuri di un corretto trasferimento del segnale digitale. Inoltre, i due apparecchi dovranno essere collegati tramite un cavo digitale RCA di elevato livello o la fibra ottica di vetro (non Toslink).

Approfitto per spendere due parole sul lettore digitale di Compact Disc.
Sin dal suo esordio nel 1982 si è sempre affermata l'opinione che il digitale è un oggetto indistruttibile e privo di errori nel corso della lettura. Il tempo ha dimostrato che tale infallibilità è solo teorica, per cui un errore di fondo vi è sempre stato: quello di sottovalutare le meccaniche di lettura. Recentemente, HI-FIGUIDE, ha dimostrato l'esistenza di diversi problemi sulla masterizzazione audio, trattati in apposito articolo.

Il digitale ha indubbiamente tantissimi pregi.
Anzitutto quello di mettere in evidenza i limiti delle
qualità delle registrazioni, specie quelle riversate dall'analogico. Altro pregio è quello di migliorare indubbiamente la qualità delle registrazioni rispetto ai vecchi supporti professionali e domestici. Altro ancora, quello dell'estrema comodità e quasi indistruttibilità dei supporti registrati, indubbiamente meno sensibili rispetto al vinile ed al nastro analogico.

Sulla scia di ciò, il
brutto suono cui molti imputano al digitale, non è insito nel sistema stesso, ma dall'errore comunemente diffuso di sottovalutare il momento della lettura dei CD, momento maggiormente più complicato rispetto alla stessa lettura del vinile.

Risulta così evidente a tutti, che sinora le
meccaniche di lettura dei CD, siano state progettate e costruite sulla base dell'errore di fondo prima indicato. Ne consegue che queste

dovrebbero essere concepite esattamente come fossero giradischi analogici, sfruttando per la loro realizzazione tutte le esperienze maturate in 50 anni di analogico. La meccanica di lettura ottica, dovrebbe essere dotata di sospensioni, per disaccoppiarla dal telaio principale, dotata di un piatto o platorello che minimizzi l'insorgenza e/o la trasmissione di vibrazioni, eccetera.

Alla luce di quanto affermato è chiaro che sono poche le meccaniche digitali realmente innovative presenti in commercio.

Francesco S. Piccione

 

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