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LETTERE ALLA RIVISTA | 2001

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LETTERE ALLA RIVISTA

2001

LETTERA N. 2/2001  1 | 2 | 3 | 4

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Questi possiedono  una sensibilità media di 90 dB (anche più bassa); inoltre sono affetti da una certa dose di distorsione, a causa del pilotaggio attuato alla base della cupola e non su tutta la membrana. Per questo motivo devono essere costruiti con una certa cura. Grazie alla loro ridotta efficienza, spesso risultano dolci e musicali, quindi godono di numerosi estimatori. Ciò non vuol affermare che i tweeter a cupola siano i peggiori del lotto: vi sono alcuni modelli che non fanno rimpiangere tweeter isodinamici e che sono talmente rilevatori da risultare spesso acidi nella restituzione del suono dal cattivo contenuto. Come detto in precedenza, quando un tweeter è acido, se questo è di buona qualità, tale suono non è altro che il risultato della qualità del segnale in ingresso al diffusore.

Detto ciò, da amante della tecnica costruttiva dei trasduttori, acquisterei tutti i quattro sistemi da lei indicati, per avere una visione d'insieme di tutte le diverse tipologie sonore. Ovviamente ciò non è possibile, perciò occorre, in parole povere, che i diffusori vadano scelti sul campo o a naso..... Noi di
HI-FI GUIDE ci limitiamo ad indicare i pochi buoni esistenti in commercio, quelli rientranti nello Standard Minimo.

Veniamo al suo impianto.
Anzitutto dovete sapere una verità che sanno in pochi. Nessuno tra quelli che fanno riviste audio
conoscono tutti i due miliardi di apparecchi (attualmente in commercio e quelli in "pensione") del pianeta. E' questa una delle ragioni per cui le riviste più professionali non rispondono quasi mai a tale tipologia di lettera di richiesta di pareri su prodotti. Diffidate, quindi, di coloro che hanno una risposta pronta per ciascun prodotto: spesso sono frutto della lettura delle prove in altre riviste!

Relativamente al suo impianto, non saprei che dirle della compatibilità degli apparecchi citati.

Conosco il Musical Fidelity A 2 e le consiglio d'utilizzarlo come base di partenza per la costituzione del suo nuovo impianto, in quanto in grado di ben comportarsi con tutti i diffusori da Lei citati. Per ultimo pensi alla sostituzione del lettore digitale. Ciò perché, nella costituzione di un qualsiasi impianto audio stereo, consiglio sempre di partire dai diffusori, senza farvi influenzare né dalla loro mole, dal loro costo e neanche dalle piccole dimensioni del vostro ambiente d'ascolto. Con un buon integrato di costo medio è possibile ottenere lusinghieri risultati anche da sistemi di diffusione del suono dal costo di un paio di decine di milioni di lire. Questa è la nostra regola primaria.

Il problema, poi, dell'inserimento di diffusori di una certa mole in piccoli ambienti è sempre stato male affrontato. In un piccolo ambiente, i bassi non hanno possibilità d'estendersi a sufficienza, a causa della lunghezza d'onda delle frequenze più basse. Spesso, molti audiofili si sono lagnati dei bassi eccessivi, simili a rimbombi, di diffusori di generose dimensioni inseriti in piccoli ambienti. Ma è altrettanto vero, che altrettanti audiofili si sono lamentati dei bassi veri, giudicati secondo loro eccessivi: da questo punto di vista, l'audiofilo non è assolutamente attendibile.

Gli effetti negativi sono presenti quasi sempre, ma la colpa è da ravvisare in una messa a punto insoddisfacente. Ciò significa ricercare un punto di ascolto ottimale, una disposizione dei diffusori migliore, un controllo più severo della qualità dell'hardware e del software, l'utilizzo estensivo dei punti di appoggio smorzati. Ovviamente con i
minidiffusori tali problemi non ci saranno, ma non per questo vuol dire che non esistono. Semplicemente è che molti audiofili, alle prime difficoltà se la svignano. Gli esoteristi Giapponesi sono soliti utilizzare enormi diffusori a tromba in stanze tipo 3x4 metri o poco meno. Pensate


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