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amping passivo. Questo si attua mediante il collegamento di un finale ai morsetti di ingresso dei bassi del diffusore, mentre l'altro in quelli dei medio-alti. Tale sistema è sfruttato al massimo solamente nel caso s'utilizzino due amplificatori identici: stessa marca e modello. Tuttavia, l'utilizzatore preferisce a volte utilizzare due amplificatori, ciascuno adatto per l'amplificazione di una determinata porzione di frequenze (ad esempio, a valvole per la gamma medioalta ed a stato solido per la bassa). In tal caso occorre fare i conti con le diverse sensibilità di ingresso, che farebbero suonare a livelli differenti le due porzioni di frequenze. L'inconveniente viene annullato, qualora di utilizzi un preamplificatore con doppia uscita, ognuna regolabile da un potenziometro: con la regolazione fine, potrete evitare questa disparità di emissione tra la gamma medioalta e quella bassa delle vostre casse acustiche.
Sia il bi-amping che il bi-wiring apportano innegabili benefici alla qualità del suono. Non possono, però, ampliare la larghezza di banda delle vostre casse acustiche. Possono contribuire a diminuire la distorsione globale, migliorare la velocità di risposta ai transienti, aumentare la riserva di energia destinata ai pieni orchestrali, migliorare l'intelligibilità, il fraseggio, la capacità di scendere in gamma bassa, il senso del ritmo, eccetera. Il bi-amping, poi, non è così dispendioso: basta utilizzare un vecchio finale o un amplificatore integrato già in vostro possesso, da collegare alla gamma bassa.
La quarta soluzione, consiste nella bi-amplificazione attiva. E' identica nei collegamenti alla configurazione precedente, solo che i crossover passivi presenti nei diffusori sono assenti. Al loro posto troviamo il cross-over elettronico, posizionato prima dei (Continua a pagina 3)
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