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LETTERE ALLA RIVISTA | 2000

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LETTERE ALLA RIVISTA

2000

LETTERA N. 15/2000  1 | 2 | 3 | 4

(Continua da pagina 2)

che i diffusori che si trovano a 3 metri dal punto di ascolto, abbisognano della metà della potenza richiesta dagli stessi diffusori posti però a 6 metri dal punto di ascolto. Ammesso che riescano ad ingerirla…

In definitiva, bastano 30 w.... ed anche meno se non vuole farsi cacciare dal suo condominio. Come vede le sue domande sono frutto di una forma mentis creata dalle riviste del settore e dalla pubblicità: diffusori grandi in ambienti grandi; elevate potenze assorbite dai grandi diffusori e via dicendo…
Infatti, non molto tempo fa, in una nota rivista audio specializzata, hanno pubblicato la prova d'ascolto delle K 100. Ovviamente, secondo usi e costumi, l'hanno prontamente abbinate a due colossi monofonici da 200 W. In questi casi non si spiega mai che vi è la possibilità d'utilizzare amplificatori meno potenti, generando la convinzione nei lettori che altrimenti non si può fare, anche perché i diffusori sono qualitativamente elevati. In quest'ultima frase sta il nocciolo della questione. I diffusori qualitativamente elevati, metteranno a nudo la povertà armonica dei finali ad alta potenza, situazione legata al fatto della maggiore complessità circuitale degli amplificatori di potenza elevata. Io consiglio sempre di utilizzare amplificatori dalla potenza massima di 100 W su 8 ohm, se a stato solido e di 50 w, se a valvole. Oltre questi limiti è semplicemente un dannoso spreco.

Come? Perché allora insistono su quella strada? Perché siamo scarsi noi di HFG? In particolare il sottoscritto? Ma è ovvio! Semplicemente perché fanno pubblicità ai prodotti avuti in prova, e per farla bene tacciono sui particolari. Ma anche perché occorre una certa preparazione per spiegare questi fenomeni; preparazione che i recensori spesso non possiedono. In tutto ciò,

risiede la differenza fondamentale tra HFG e gli altri…

Perché, ad esempio, si afferma che un diffusore con grossi woofer assorbe potenza? Semplice, perché vengono visti come fossero dei motori a scoppio di grossa cilindrata che consumano benzina. In realtà, l'equivalenza non è corretta. Un altoparlante qualsiasi è dotato di un preciso valore di sensibilità: se è bassa, gli occorre più potenza per raggiungere una pressione acustica X; se è alta, la potenza occorrente per la stessa pressione è inferiore. Addirittura… se ne utilizzo due e li collego in parallelo, non solo mi aumenta l'efficienza, ma dimezzando l'impedenza aumenta anche la sensibilità: in questo caso … addirittura… occorrerà una potenza ancora più bassa per raggiungere la pressione acustica X. Persino nel caso del collegamento in serie, non mi occorre il doppio di potenza per raggiungere la pressione X, poiché si raddoppia l'emissione, lasciando inalterato il valore di sensibilità.

La verità è questa…. Ci crediate o meno e ci metto la mia faccia per farvela conoscere. Spetta a Voi farne buon uso….
Semplificando, se qualcuno è un rocchettaro, il nostro consiglio sarà sempre diffusori a tromba e potenza sufficiente per gli ascolti domestici, non diffusori da 80 decibel di sensibilità ed amplificatori da trecento e passa Watt.

Venendo alla sua ultima richiesta, quella sul sistema Home Cinema, la nostra posizione è nota e ben chiara.
I componenti HT sono inadatti a riprodurre musica in modo qualitativamente elevato.
A parte la sezione elettronica, spesso di risibile qualità, pensi solo ad un fatto che nessuna rivista specializzata osa ribadire. Ossia il fatto che i magneti dei trasduttori inseriti nei diffusori


(Continua a pagina 4)

 

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