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LETTERE ALLA RIVISTA | 2000

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LETTERE ALLA RIVISTA

2000

LETTERA N. 15/2000  1 | 2 | 3 | 4

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d'ascolto, ma alla sua qualità costruttiva. Un brutto diffusore suonerà male in qualsiasi ambiente. Per cui non vedo perché rinunciare alle prestazioni di un buon diffusore, semplicemente perché in giro si afferma che non può essere inserito in piccoli/medi ambienti.

Vi è poi, l'esperienza diretta accumulata in tanti anni di inserimento di grandi diffusori in piccoli ambienti, anche più piccoli del suo, dove attualmente "suonano" le Kappa 100. Infatti, contrariamente a quanto si creda, nei piccoli ambienti s'innescano minori problemi d'inserimento dei diffusori. Inoltre, la vicinanza non eccessiva ai diffusori contribuisce ad aumentare la sensazione d'elevato dettaglio, tipico del suono esibito dagli ascolti in cuffia: parlo, infatti, dell'effetto grande cuffia.

Spetta al fine tuning, ossia alla giusta collocazione in ambiente, scelta e sistemazione dei componenti  audio, eccetera, a creare quella sensazione di spazialità che fa sì che i diffusori sembrino fisicamente scomparire all'ascolto.
Il suo ambiente, con i 4,8 x 4 metri di dimensione, ci creda o meno, mi sembra adatto al posizionamento dei K 100, possibilmente nel lato più corto. Si ha così una distanza di 4/3,5 metri tra i diffusori ed il punto d'ascolto, misura che auspico sempre, anche se si ascoltano diffusori dalla stazza enorme come i miei Reference System.
Magari non ci sarà molto spazio per muoversi, ma i diffusori suoneranno bene: glielo dico per esperienza diretta.
Vorrei, inoltre, sottolineare il fatto che in ambienti esoterici giapponesi si usa ascoltare diffusori a tromba, come le JBL Everest, le Patrician, le Electrovoice Sentry, eccetera, in stanze anche più piccole della sua, che, ripeto, tutto sommato non è poi tanto male, se non perfetta. Niente riflessioni nocive, echi, code sonore, rimbombi. Le stanze più piccole sono

molto più neutre di quelle grandi.

Per quanto riguarda la
potenza necessaria per pilotare le K 100, vi è una leggenda metropolitana che sostiene che la potenza deve essere commisurata alla mole dei diffusori, in particolare al numero dei woofer. La mole è di solito dettata da esigenze acustiche, legate alla riproduzione delle basse frequenze. I trasduttori, viceversa, sono gli stessi, generalmente parlando, di quelli che troviamo anche in diffusori microscopici. Altra leggenda, alimentata dai soliti noti, afferma poi che le Infinity succhiano chissà quanti watt. L'origine di queste leggende, risiedono fondamentalmente nell'errato paragone tra una autovettura ed i diffusori: più è grossa l'auto più ha bisogno di un motore potente e più consuma. Tutto qui!

Hi-FiGuide si muove in aperto contrasto con tali leggende e certi personaggi, puntando l'attenzione del discorso sulla qualità e leggi della fisica.
In pratica, dobbiamo renderci conto, possibilmente con fonometro alla mano, che quando ascoltiamo la nostra musica preferita, a parte casi eccezionali dei cosiddetti discotecari, difficilmente superiamo la fragorosa soglia dei
104 dB di picco, rilevato al punto d'ascolto.
Dato che le K 100 stanno attorno ad 88 dB di sensibilità ad 1 W/m è chiaro che arrivare a 104 non ci vuole poi molto: solo 40 W di picco. Dato che i diffusori sono due, possiamo anche togliere 20 W dalla cifra precedente.
Ascoltare in ambienti di piccole/medie dimensioni, ci porta grandi vantaggi, come quello d'utilizzare bassa potenza a parità di chiasso, di baccano o più correttamente, di pressione acustica. Inoltre, potremo ascoltare particolari e sfumature che nei grandi ambienti spesso si disperdono nel corso del tragitto diffusori punto di ascolto. Quindi, dovrebbe essere logico il fatto


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