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LETTERE ALLA RIVISTA | 1999

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LETTERE ALLA RIVISTA

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LETTERA N. 3/1999  1 | 2 | 3 | 4

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C'è di più. In tutti questi anni, mi sono reso conto che chi non crede al suono dei cavi, rimane del suo parere, anche al cospetto di casi evidenti, liquidando il tutto come suggestione. Proprio per questo, ad esempio, da tempo ho rinunciato a fare percepire la differenza del suono dei cavi di potenza poggiati sul pavimento e successivamente sollevati. Chi preconcettamente rifiuta la possibilità di variazioni sonore apportate dai cavi di collegamento, rimarrà sempre della stessa idea e non vedo perché debba sprecare il mio prezioso tempo verso gli ottusi per eccellenza.

Ma vi è un altro fattore da rilevare: si tratta dell'eventuale giudizio.
Su quali basi una persona afferma che un cavo va meglio rispetto ad un altro? Su un giudizio soggettivo, reso in un contesto dove nessuna variabile è conosciuta, come succederebbe in un luogo pubblico. Ad esempio, supponiamo che qualcuno sostenga che un cavo va meglio dell'altro in gamma bassa, mentre un altro sostiene, discordando, che quel cavo non va bene perché gonfia la gamma bassa rispetto all'altro….. Come si fa a dare ragione all'uno o all'altro? Magari è l'impianto che ha i bassi gonfi; oppure in realtà la gamma bassa non è gonfia ma reale; oppure la colpa è nella registrazione mal riuscita; ecc..

L'elevata banda passante dei diffusori è un altro argomento che molti audiofili non sono in grado di recepire.
Se ad esempio, utilizzassimo per una qualsiasi prova a confronto dei minidiffusori, non potremmo in alcun modo conoscere la resa effettiva in gamma bassa e bassissima dei cavi messi a confronto. In questo caso, l'attenzione su eventuali differenze percepite, si concentrerebbe solo sulla gamma medio alta, con la conseguenza di dichiarare migliore un cavo che potrebbe ad esempio non essere

granché in gamma bassa.

Per quanto riguarda l'ascolto in
doppio cieco, sono personalmente contrario.
In tanti anni mi sono reso conto che la capacità di discernimento dell'orecchio umano è sì molto elevata, ma allo stesso tempo delicata. In particolare, le persone sottoposte a situazioni di stress, come potrebbe essere quella causata dall'eccessiva attenzione nell'ascolto in doppio cieco, difficilmente effettuano corrette valutazioni. Io ritengo che un ascolto sano e rilassato, produca effetti maggiormente positivi. Inoltre, le valutazioni di questo tipo dovrebbero essere effettuate in un clima di silenzio e rilassatezza, non certo in una saletta zeppa di persone con continui andirivieni. In più, occorre che l'impianto sia perfettamente conosciuto dall'ascoltatore, altrimenti il giudizio sarà identico a quello espresso nel caso dell'Anonimato Elettronico.
In passato, al Top Audio, simili esperimenti sono stati tentati, anche se non proprio riguardanti il confronto tra cavi, ma con risultati grotteschi. Per cui ritengo che la materia del confronto tra cavi di collegamento debba essere trattata diversamente.

Tenga in considerazione anche un altro fattore che incide fortemente sulle prestazioni dei cavi di collegamento e che ho trattato recentemente in uno
sproposito: la resistenza di contatto. Tutte le volte che togliamo e ricolleghiamo un cavo, anche spellato, si forma tra questo ed il connettore del diffusore o dell'elettronica, una resistenza che modifica le prestazioni dei cavi. Tale resistenza tende a scomparire nelle successive 24/48 ore. Per cui il confronto immediato tra cavi è spesso falsato.
Non solo. Anche il
rodaggio influisce in misura preponderante sulle prestazioni complessive. Il cavo ben rodato suonerà per come è stato


(Continua a pagina 3)

 

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