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restituiscono una scena sonora che rispecchia le caratteristiche costruttive ed elettromeccaniche dei trasduttori utilizzati e più in generale del progetto realizzato. Ne consegue una variabilità della dimensione del sound stage, della profondità, larghezza ed altezza, intrinsecamente collegata alle caratteristiche dei diffusori impiegati! In particolare io sound stage è intimamente collegato alla loro banda passante: più è estesa la loro risposta in frequenza, più gigante sarà il sound stage. Per potere giudicare correttamente la spazialità di un diffusore, occorre conoscere bene la modalità di propagazione delle onde sonore emesse dagli strumenti musicali. Non si tratta di studiare la fisica acustica, ma bensì di andare spesso ai concerti di tutti i generi musicali, "sperimentando" le più diverse sale da musica ed ascoltando attentamente il suono, in modo da capire come viene emesso e come si propaga, nelle più diverse situazioni. Possibilmente chiudendo gli occhi, per evitare di farsi condizionare ed associare la provenienza del suono con la visione dello strumentista. In questi casi si ci accorgerà che, contrariamente a ciò che sostengono molti audiofili, il suono emesso dal violino non si trova in un preciso punto dello spazio, ma è delocalizzato e proiettato verso l'ascoltatore, verso il soffitto o verso una delle pareti. In certi casi vi sembrerà che alcune "sonorità", provengano addirittura da dietro, rispetto al punto di ascolto, a causa di particolari riflessioni della sala da concerto. Si scopre così che la delocalizzazione - quella naturale, sia chiaro, non le oscene sfasature degli impianti male assemblati - diventa un importante fattore di qualità. Il SACD, rispetto al suono emesso dal CD, possiede più spazialità e perciò ingigantisce la scena sonora, introducendo una naturale delocalizzazione, sintomo di una maggiore risoluzione sulle altissime frequenze. Le scene prospettiche piccole e "precise", indicano, oltre ad una scarsa estensione verso le basse frequenze, povertà di armonici e mancanza della capacità di espandere il suono, assecondando la sua naturale propagazione nell'ambiente verso le direzioni più consone al luogo dell'esecuzione.
Tornando al tema di questo editoriale, vi assicuro che è molto facile smascherare gli audiofili ingrati e snobisti; basta svergognarli nella loro (questa si inarrivabile) ignoranza, mettendoli con
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