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al romanticismo del piano. Nochmal, di Avanzini, è il brano più "estremo", viaggia in una dimensione dilatata e libera concepita come l'emulazione dell'istinto. Extra, un'altra composizione originale, si rifà alla tradizione delle signore del jazz ed al be-bop della cinquantaduesima strada: sul precisissimo beat ritmico della batteria scivolano piano, sax e voce.
Prosegue Nuages di Django Reinhardt, un excursus di musica manouche, un'interpretazione delicata, notturna e raffinata; i francesismi di Claudia ci portano alla bohème parigina degli anni cinquanta.
Luna Tucumana, di Athaualpa Yhupanqui aggancia il binario della musica etnica con la storia dei mandriani del Sudamerica devoti alla luna ed alla sua magia; eccezionale la passionalità della Tellini accompagnata dalle splendide melodie del flauto.
Un'altra bellissima rilettura è per Mississippi Goddam di Nina Simone. Il testo evoca gli spettri del maledetto Mississippi dei primi anni sessanta e della sua terra macchiata da troppo sangue nero. Il frizzante entusiasmo con il quale la band interpreta il brano (come per una parodia dell'assurdo), congela con un amaro contrasto gli anni bui del razzismo e della segregazione razziale.
Il lento incedere bluesato di Yesterdays di Jerome Kern rivela il magico tocco pianistico di Leonardo Pieri prima dell'etereo Valzer In Bianco E Nero, altro brano di Avanzini, che chiude il disco nel suo intreccio armonioso tra sax e voce.
Nell'anno di Norah Jones... epitaffio della potenza discografica della Blue Note; nell'anno anche delle lunghe gambe di Diana Krall, questi cinque ragazzi ci propongono più di un'ora del loro feeling caldo (freschissimo!), intrigante e
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