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Dream" e "Nuages"; la metheniana "Last Train Home" e le sue composizioni "Marea", "Furore" e "Belem".
La registrazione del 2009 è stata effettuata "in casa" del chitarrista, in direct to two tracks, senza editing, correzioni o tagli, come fosse un concerto live senza i rumori caratteristici della presenza del pubblico (e direi anche gli applausi fuori luogo, ormai divenuti una smania…). Ne esce fuori una sonorità eccezionale, da vera chitarra classica, senza i fronzoli audiofili dell'ambiente e della disposizione nello spazio (che spesso sono controproducenti, se fatti a caso…).
Dal punto di vista artistico il risultato è inaspettato, poiché ci si rende conto che si è al cospetto di un chitarrista che possiede doti strumentali non comuni, che impreziosiscono questo album, facendone un vero riferimento. In chiave jazzistica, da apprezzare l'assenza di sperimentalismi fini a se stessi, eccessi armonici e dissonanze forzate, tanto da consentire l'ascolto di un gran buon jazz, con atmosfera romantica e melodica. Nella sostanza, uno dei pochi album in grado di arricchire la propria
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