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EVENTI MUSICALI

Camaiore 2002 1 | 2

(Continua da pagina 1)

cambi di tempo e virtuosismi. Superlativa anche la serata di Vatcher, il vero catalizzatore di attenzioni, che, alla sua batteria, ha suonato di tutto: percussioni, stecche di legno, nastri metallici... l'hi-hat con l'archetto del contrabbasso, fino all'apoteosi di Highway 61 Revisited accompagnata dal cembalo.
Il concerto è finito dopo un'ora e mezzo durante la quale il trio ha emozionato con le note del grande Dylan; un'ora e mezzo di feeling totale, di tensione emotiva, terminato in mezzo agli applausi e con tutti in coda per l'acquisto dei loro CD.

CHARLES LLOYD QUARTET
Charles Lloyd [sax tenore, flauto] - Geri Allen [pianoforte] - Robert Hurst [contrabbasso] - Billy Hart [batteria]: Camaiore, Piazza San Bernardino; martedì 30 Luglio 2002.

Con il cielo che quasi miracolosamente ci risparmia una notte di pioggia, davanti a duecentocinquanta-trecento persone, tocca al quartetto di Charls Lloyd non far rimpiangere (e ci riesce benissimo) il previsto quintetto di Jimmy Scott, preannunciato fino a dieci giorni fa, ma che ha dovuto rinunciare in toto a tutta la tournée europea. Quella di Charles Lloyd è un presenza particolare e, malgrado i suoi acciacchetti fisici, molti sono i motivi di interesse. Lui ed il suo sassofono sono infatti un'icona della musica jazz, insieme hanno cavalcato tutte le rivoluzioni dal bebop all'attuale maistream e vederlo dal vivo, è sempre uno spettacolo. Il principale interesse però sta nel fatto che, tra qualche mese, uscirà il nuovo album della band (si tratta di un doppio CD dal titolo "Lift Every Voice" con altre partecipazioni, tra le quali quella del chitarrista John Abercrombie. Altro motivo di interesse poi è legato al fatto che, sempre prossimamente, uscirà il nuovo album anche per la pianista Geri Allen, che, neanche a farlo apposta, suonerà da leader in trio con la stessa sezione ritmica che è sul palco.
Il repertorio proposto attraversa un po' tutta la discografia di Charles Lloyd. Un repertorio valorizzato a pieno dalla classe della Allen capace di esaltare con i suoi numerosi assolo, i suoi stride. Notevoli anche le scomposizioni ritmiche di Hart (trascinanti le sue rullate con le bacchette impugnate al contrario) e il pulitissimo walking di Hurst (capace di esaltarsi ed esaltare anche con alcuni virtuosismi in assolo). I brani si sono susseguiti alternando atmosfere notturne ad un repertorio più orientato verso l'hardbop: una musica sempre prismatica con mille sfaccettature e sempre sorprendente. Il momento più intenso è stato senza dubbio Sombrero Sam dall'album "Dream Weaver" del 1966 (delle session

dell'album facevano parte: Keith Jarrett, Jack DeJohnette e Cecil McBee...). Brano eseguito a metà concerto, iniziato dal vibrante un assolo di piano con Lloyd lascia il sax per le maracas e poi esibirsi al flauto ed ancora la Allen, suonare in piedi fermando le corde del suo piano con le mani.

FRANCESCO MACCIANTO SEPTET
Francesco Maccianti [pianoforte] - Marco Tamburini [tromba] - Roberto Rossi [trombone] - Pietro Tonolo [sassofoni] - Diego Carraresi [sassofoni] - Raffaello Pareti [contrabbasso] - Walter Paoli [batteria]: Camaiore, Piazza San Bernardino; venerdì 2 Agosto 2002.

Nell'ultima serata della rassegna è di scena il pianista fiorentino Francesco Maccianti con il suo settetto; una serata che, dopo la prima, in cui erano di scena i Tuscany (Chicago) Underground Orchestra, torna a parlare toscano. Complice la concomitanza con l'esibizione del trio di Bred Mehldau nel Cittadella Jazz di Viareggio (a circa quindici chilometri di distanza) il pubblico non è numerosissimo (un centinaio di persone, autoselezionate all'insegna del "pochi ma buoni"). Maccianti, ottimo rappresentante della nouvelle frontiere fiorentina che ha sfornato eccellenti talenti (ricordiamo soltanto l'altro grande pianista Luca Flores), sale sul palco alla guida di una formazione decisamente impegnativa nella quale ad un'impeccabile coppia ritmica, si affianca una sezione di fiati da mini-big band rappresentante un'autentica all star del nuovo jazz italiano.
La track list della serata è una sorta di presentazione dell'ultimo CD della band "Mosaico" (il secondo CD firmato "Maccianti" dopo il precedente "Oasi") dal quale provengono tutti i brani eseguiti. La loro è una musica riflessiva, armonicamente complessa e di non immediata assimilazione. Contraddistinta da un onnipresente carica swing, a cui si sottomette anche un po' l'improvvisazione, si snoda su un percorso che ingloba ballate cool (Nuvole, Batis), atmosfere anni '50 (Mr. Shufflue, suonato come bis) e brani più ritmati (Cubic Dance e Tanganika). Agli entusiasmanti assolo del leader, un'elaborazione personale del linguaggio "nero" dei grandi boppers, fanno seguito le liquide melodie dei fiati che alternano esecuzioni collettive ad esibizioni in solo (Tamburini e Tonolo sono i due che hanno avuto più spazio). Metafora, suonato nel finale, il primo brano dell'album, è forse stato il brano che più ha riscosso favori e forse il brano che meglio ha dimostrato la capacità dei musicisti, nonché le ottime doti compositive del leader.

Luca Buti

 

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