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LETTERE ALLA RIVISTA | 2000

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LETTERE ALLA RIVISTA

2000

LETTERA N. 4/2000  1 | 2

(Continua da pagina 1)

La sensibilità dichiarata è quella massima misurata sul trasduttore. Che sia costante o meno lo si può rilevare osservando la curva di risposta in frequenza del trasduttore effettuata dallo stesso costruttore.
I programmi di simulazione, ad esempio, danno un valore alla sensibilità anche inserendo i parametri elettromeccanici del trasduttore. Per sapere se ciò è corretto e per conoscere l'andamento in frequenza di tale valore, occorre attuare una misura tramite microfono e programma apposito o con un fonometro di alta qualità. In più l'andamento del valore di sensibilità è fortemente influenzato, insieme alla risposta in frequenza, dal pannello in cui il trasduttore viene montato. E mi fermo qui, altrimenti tanto vale scrivere un libro…

Cosa nettamente diversa è la
potenza acustica.
Questa possiamo definirla, ma è errato, ma rende l'idea la sensibilità effettiva. Ad esempio, se realizzo un diffusore con woofer da 17 centimetri di diametro accordato in bass reflex, ho un determinato valore di sensibilità, che è quello del trasduttore in quanto l'accordo utilizzato non lo modifica minimamente. In più il programma di simulazione o la ripresa della risposta in frequenza attuata con il microfono, mi indicano una bella curva di risposta, dichiarando o rilevando, ad esempio, un bel 50 Hz a - 3 dB, rispetto alla banda passante. Chiunque affermerebbe di essere un autentico mostro di bravura, visto il bel risultato. In realtà, queste simulazioni o misure sono semplicemente delle curve elettriche. In pratica questo
diffusore sarà
privo di potenza acustica sotto i 100 Hz perché né il bass reflex, né la dimensione del woofer utilizzato (17 cm), né la sua escursione riescono a muovere la quantità d'aria necessaria per una restituzione naturale e credibile delle basse frequenze. Aggiungo come ulteriore problema quello della saturazione di questo woofer, che funzionando anche in gamma

media, la sporcherà inesorabilmente, anche se ciò potrebbe essere non udibile…..

La potenza acustica diminuisce anche nella
zona d'incrocio con il tweeter, per il semplice motivo che il trasduttore da 17 cm di diametro, per frequenze superiori aventi lunghezza d'onda inferiori al diametro del trasduttore, ossia per frequenze superiori ai 2000 Hz, esso diventa direttivo, ma se non di buona fattura diventa direttivo già a 1000 Hz, dipende anche dal tipo di costruzione, se a cono, piatto od a cupola. Per cui succede che l'emissione in asse al diffusore non dovrebbe soffrire di alcuna perdita di potenza acustica, ma la spazialità potrebbe già essere gravemente compromessa (per una maggiore comprensione su ciò Vi rimando agli studi in tema effettuati da Roy Allison).

Terzo punto.
Proprio a causa del discorso di cui sopra, consiglio sempre di utilizzare o realizzare progetti a tre vie.
Se Lei analizza i migliori diffusori presenti sul mercato mondiale, a prescindere dal loro costo e dalla loro fama, sono minimo a tre vie. Ad esempio le Infinity K 100 sono a 4 vie, e costano solo 5.200.000 lire.…

Francesco S. Piccione


 

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