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La sensibilità dichiarata è quella massima misurata sul trasduttore. Che sia costante o meno lo si può rilevare osservando la curva di risposta in frequenza del trasduttore effettuata dallo stesso costruttore. I programmi di simulazione, ad esempio, danno un valore alla sensibilità anche inserendo i parametri elettromeccanici del trasduttore. Per sapere se ciò è corretto e per conoscere l'andamento in frequenza di tale valore, occorre attuare una misura tramite microfono e programma apposito o con un fonometro di alta qualità. In più l'andamento del valore di sensibilità è fortemente influenzato, insieme alla risposta in frequenza, dal pannello in cui il trasduttore viene montato. E mi fermo qui, altrimenti tanto vale scrivere un libro…
Cosa nettamente diversa è la potenza acustica. Questa possiamo definirla, ma è errato, ma rende l'idea la sensibilità effettiva. Ad esempio, se realizzo un diffusore con woofer da 17 centimetri di diametro accordato in bass reflex, ho un determinato valore di sensibilità, che è quello del trasduttore in quanto l'accordo utilizzato non lo modifica minimamente. In più il programma di simulazione o la ripresa della risposta in frequenza attuata con il microfono, mi indicano una bella curva di risposta, dichiarando o rilevando, ad esempio, un bel 50 Hz a - 3 dB, rispetto alla banda passante. Chiunque affermerebbe di essere un autentico mostro di bravura, visto il bel risultato. In realtà, queste simulazioni o misure sono semplicemente delle curve elettriche. In pratica questo diffusore sarà privo di potenza acustica sotto i 100 Hz perché né il bass reflex, né la dimensione del woofer utilizzato (17 cm), né la sua escursione riescono a muovere la quantità d'aria necessaria per una restituzione naturale e credibile delle basse frequenze. Aggiungo come ulteriore problema quello della saturazione di questo woofer, che funzionando anche in gamma
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