HI-FIGUIDE | Guida italiana all'alta fedeltà esoterica ed hi-end internazionale | Rivista di approfondimento sui temi audio
E-Copmmerce | Acquista | E-Shopping Home Site Map | Web Edition Progetto Servizi Chi siamo Registrazione Newsletter | No Spam! Invia posta Tutto HFG!

LETTERE ALLA RIVISTA | 2000

Cerca

LETTERE ALLA RIVISTA

2000

LETTERA N. 2/2000  1 | 2

(Continua da pagina 1)

sperimentare soluzioni diverse, sapendo che altri hanno già sperimentato altre determinate configurazioni (nel mio caso i coassiali…), permetterebbe di risparmiare molto tempo. L'importante è che si utilizzino diffusori particolarmente efficienti e molto estesi in gamma audio, altrimenti i risultati saranno solo un compendio delle loro qualità o addirittura errati. Ad esempio, la cronica mancanza di bassi del coassiale, si nota soprattutto con i diffusori che … scendono in gamma bassa, non certo con i minidiffusori. L'utilizzo di uno strumento in luogo di un altro, determina sempre dei risultati differenti. Se si pensa che lo strumento utilizzato sia perfetto, è chiaro che si penserà la stessa cosa dei risultati ottenuti.

Altro difetto dei coassiali, risiede nella distanza che esiste tra il polo interno e la calza esterna. Essendo in certi casi non indifferente, ed essendo il materiale conduttore parallelo ai due poli, succede che si instaurino dei campi elettromagnetici in grado di sfasare molti parametri, in primis il valore dell'induttanza e la velocità di trasferimento del segnale.

Ammettiamo di voler realizzare il cavo di alimentazione da Lei descritto.
A parte che non potrei utilizzare i coassiali per il trasporto della tensione a 220 Volt, ammettiamo intanto che realizzi il modello da Lei suggerito (da me sperimentato anni or sono). Abbiamo così due cavi con calza che funge da schermatura e poli interni interessati al transito della tensione, in uno la fase e nell'altro il neutro. Si creano così due poli paralleli che si trovano ad una certa distanza tra loro: troppa! Nonostante i poli siano schermati singolarmente, nel cavo, al passaggio della tensione, si instaurerebbe un elevato campo elettromagnetico tra i due poli, causato dalla distanza non indifferente tra questi (vabbè... sarà 1 cm, ma è tanto). Intrecciando i cavi tra

loro, la situazione verrebbe mitigata, ma persisterebbe l'elevata distanza tra le due polarità. Nel n. 16 di HI-FIGUIDE, il numero dedicato alla rete elettrica, troverete ampia risposta sull'argomento relativo al trasporto della tensione.

Tecnicamente, gli stessi eventi negativi si ritroverebbero nei cavi di potenza.
Solo che stavolta si avrebbe una notevole incidenza sulle prestazioni sonore. Il cavo sarebbe realizzato mediante l'utilizzo di una coppia (sperimentati fino al quartetto…) di cavi coassiali, tenuti insieme strettamente da fascette. Ad ogni coassiale corrisponde una polarità. La configurazione possibile di collegamento, sarebbe quella di utilizzare i poli interni per le due polarità e la calza come schermo; sperimentai anche la configurazione con le calze come conduttore della stessa polarità del polo interno.
Ad ogni modo, un siffatto cavo, genera attenuazioni marcate della gamma bassa; persino in gamma alta se nella calze scorresse una polarità opposta rispetto a quella del polo interno.

Se, in altra ipotesi, lasciassimo liberi i due cavi, ossia se non avessimo cura di bloccarli tra loro, la situazione peggiorerebbe. Tale fenomeno fu descritto anni fa (non senza pecche) in un articolo contenuto in un numero di Audio Review, indicato nella bibliografia che accompagna l'articolo "Dell'Enigma dei Cavi". Le rilevazioni strumentali, pur se insufficienti a spiegare il deterioramento (o miglioramento)  delle prestazioni sonore di un cavo, rendono, però, l'idea dell'esistenza di problematiche difficili da rilevare strumentalmente, rilevate dal sottoscritto già qualche anno prima dell'uscita di quell'articolo.

Francesco S. Piccione

 

All Rights Reserved ® Copyright © | Francesco Piccione | 1998/2013