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2014

EDITORIALE N. 3/2014 > 1 | 2

(Continua da pagina 1)

zero. Inoltre, pur non avendo alcuna tradizione navale, in questo stato si costruiscono le migliori navi da crociera.

In Italia, invece, si perde il tempo dietro a ideologie ormai inutili, vetuste e da ignoranti: il "badrone" e l'operaio, la contrarietà a lavori pubblici di respiro internazionale (alta velocità e ponte sullo stretto di Messina), campanilismo e provincialismo, l'odio verso l'avversario politico, la corruzione quale caratteristica di qualità dello Stato italiano.

La
meritocrazia porterebbe nuove idee ed un nuovo modo di vedere la realtà.
Per uscire dalla crisi, ad esempio, occorre sviluppare nuove attività produttive e nuove tipologie di lavoro, creare colossi industriali basati sullavanzamento tecnologogico.

Non spetta a me proporlo, ma un effetto immediato alla casse dello Stato, lo porterebbe sottrarre la
prostituzione alla criminalità. I miliardi di euro provenienti da un fatto insito nel DNA dell'essere umano (la prostituzione: il mestiere più antico del mondo), che per questo motivo non potrà mai essere debellata, perché caratteristica indelebile, potrebbe essere gestita dallo Stato. Oltre ad un introito supplementare sotto forma di tasse, porterebbe innegabili vantaggi. Il principale favorisce le donne sotto tutti i punti di vista: cesserebbero gli omicidi, lo sfruttamento e la riduzione in schiavitù. Inoltre, la donna sarebbe conseziente e tale scelta tutelata. Tale fatto porterebbe alla riduzione del fenomeno e sarebbe una scelta di civiltà di un popolo, che ne comprederebbe pregi e debolezze. Ma dubito che ciò sarà compreso correttamente entro questo secolo. 

Togliere tutte le attività economiche illecite alla criminalità per affidarle in prima persona allo Stato, ovviamente regolamentate in un certo modo, potrebbe essere una fonte inaspettata di guadagno, oltre a stroncare definitivamente qualsiasi genere di criminalità. Questo fatto, ovviamente, non sarà mai attuato per diverse ragioni. La prima, l'ipocrisia; la seconda, la connessione tra Stato e criminalità; la terza, l'eccessiva ignoranza del popolo italiano. 

Un altro sbocco, sarebbe quello di utilizzare la riserva di oro della banca d'Italia.
Visto che nessuno ha intenzione di fare pagare ai governi precedenti il costo dell'indebitamento e della crisi, tanto vale utilizzare parte della riserva aurea per finanziare la ripresa economica. Si potrebbero vendere anche beni demaniali, con il vincolo di destinarli ad attività produttive. Tutto ciò, però, deve essere accompagnato dalla necessità di non produrre altro debito pubblico, altrimenti finirà come per i falliti: si perderà tutto e faremo compagnia alla Grecia.

Il ritorno alla Lira è, invece, una cazzata fantasmagorica, che ben mette in evidenza gli interessi particolareggiati di tutti coloro che la sostengono.
Per chi non sa usare la calcolatrice, consiglio di prendere il pallottoliere e fare questi semplici calcoli. La Lira verrebbe svalutata tra il 50 ed il 75%. Ciò significa che sin dal primo giorno del passaggio alla Lira, quasi tutto costerà più caro. I carburanti e l'energia sarebbero l primi a subire gli aumenti. Questi aumenti, causeranno la raffica di aumenti a catena, coinvolgendo persino i mutui. Costando di più energia e trasporti, costeranno di più anche gli alimentari, servizi e prodotti manifatturieri. In breve tempo, il successo delle esportazioni riguarderanno solo i prodotti già pronti, non quelli prodotti successivamente, mettendo l'Italia fuori mercato. Se qualcuno vuole sconfessare ciò, si accomodi: non lo starò nemmeno a sentire.

Vi sarebbe ancora molto da dire, ma per concludere, è giunto il momento che in Italia si dia spazio alla meritocrazia: ne beneficeranno istruzione, educazione, ricerca e sviluppo, ossia il nostro futuro.

Francesco S. Piccione



 

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