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GLI EDITORIALI | 2009

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EDITORIALI

2009

EDITORIALE N. 4/2009  1 | 2 | 3 

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insieme di numeri. Numeri che nulla hanno a che vedere con la qualità. Se in Italia si vendono 70 milioni di polli, non vuol dire che 70 milioni i italiani mangiano 1 pollo a testa! Lo stesso: l'aumento della diffusione della musica liquida, rispetto a tutte le altre forme di fruibilità della stessa, non vuol dire automaticamente che sia la migliore, ma semplicemente la preferita. Tutto ciò non c'entra con il concetto di qualità, anzi è l'esatto contrario. Differentemente, i numeri indicano chiaramente l'andamento del mercato nelle sua varie sfaccettature.

Quando nacque HI-FIGUIDE abbiamo sancito la necessità di proteggere l'audio di alta qualità.
Primi fra tutti, in piena era di minidiffusori e di ciarlieri liberissimi di dire la qualunque, abbiamo adottato le regole fissate dalle leggi della Fisica, per stabilire ciò che è giusto da quello che non lo è. Ad esempio, all'epoca eravamo gli unici a dare centralità e precedenza sopra tutti gli altri componenti audio:
ai diffusori.
Lo facemmo pubblicando, innanzitutto, i test di diffusori dalle dimensioni importati (ESS AMT 330, Infinity K 100, JBL Ti 10 K), sottolineando come i minidiffusori non fossero dei componenti ad alta fedeltà, semplicemente perché non avevano i "numeri" (le prestazioni tecniche), per rientrare nei principi fissati a livello internazionale per la regolamentazione delle apparecchiature elettro-acustiche. E' stata la nostra prima battaglia!

Abbiamo anche sottolineato l'importanza di alcuni "numeri", finalizzati alla individuazione della qualità.
Primi fra tutti gli ormai famosissimi 16-32.000 Hz! Che sono? Nient'altro che l'ampiezza di risposta in frequenza che un diffusore deve esprimere per essere considerato Hi-End. Quindi non le solite scatolette da scarpe vendute a prezzi da hi-end, ma un sistema anche complesso, che permette di fruire la musica come la intendeva il suo autore; dalla minima frequenza percepibile, sino ad oltre la massima, per esprimere migliori prestazioni in banda udibile…

In questi semplici, ma complessi "numeri", uno dei segreti della percezione sonora.
Da ciò l'esigenza, ormai assodata anche da diversi nostri abbonati, di utilizzare il
subwoofer attivo, nelle situazioni in cui vi è la necessità.

Ciò allo scopo di aiutare i diffusori principali, ad estendere in basso le loro prestazioni. Ma vi sono altre nostre epiche battaglie a difesa dell'alta qualità. Primi fra tutti abbiamo pubblicato un esauriente articolo sui cavi di collegamento, sancendo da un lato la loro influenza sul suono e quindi la loro utilità, ma dall'altro relegandoli al rango di accessori, poiché non apportano cambiamenti radicali sul suono, come invece fanno altri componenti, primi fra tutti i diffusori. Parecchi sono i novelli costruttori che basano le realizzazione dei loro cavi, sulle indicazioni fornite in quello storico articolo. Ma anche coloro - tutti intimati secondo legge - che vendevano senza autorizzazione il PF One, il nostro celebre cavo, presentato per primo ai nostri lettori.

Tra i "numeri" indicativi della qualità, mi piace richiamare quelli della "
potenza".
Ancora vi sono molti audiofili convinti della bontà e necessità degli amplificatori ad alta potenza. Incredibile! Ultimamente ne abbiamo segnalato uno nel nostro S/M in PDF, il quale conferma la regola poiché eccezione rarissima. Inoltre, leggendo attentamente l'articolo si scopre la sua utilità in determinate occasioni, non sempre. Lo sosteniamo da anni:
negli ascolti domestici: gli amplificatori dalla potenza superiore ai 100 W (o 200 in certi casi) non servono a nulla! Sono controproducenti. Il valore timbrico e la struttura armonica della Classe A, della Classe A/B, della bassa potenza in genere, sono irrinunciabili se si ha l'obiettivo della qualità sonora. Il rinnego della Classe D e T come amplificazione di qualità è quindi, implicito.
Vi sono tante altre cose, che i nostri affezionati lettori sono a conoscenza e che conosceranno in futuro.
Ad esempio, prossimamente verrete a conoscenza di tutte le caratteristiche negative che sono insite nel concetto di musica liquida. Altre sorprese sono in serbo.

Quale futuro, quindi, ci attende?
L'orientamento, gli indici di mercato e le statistiche non ci interessano. Ciò che abbiamo sempre sostenuto è
la qualità dell'evoluzione della progettazione e riproduzione audio. Per cui confermiamo tutto quanto in questi anni abbiamo affermato. In particolare, sosteniamo l'audio digitale ad alta risoluzione. Qui i


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