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suonata; se poi uno pratica anche un'attività diversa da quella musicale è ancora più complicato, ma non per forza incompatibile. Tutto questo impegno contribuisce alla formazione della persona. Dopo tutto i codici genetici li abbiamo già tutti fin dalla nascita, quello che manca loro è l'alimento: l'esperienza. Non riesco a scindere l'uomo dall'essere musicista, quando salgo sul palco porto con me il mio mondo, la mia vita. E' come dicevo prima, una questione di responsabilità. È difficile ed estenuante mantenere integra la propria coscienza e la propria coerenza. Io lo sto facendo da oltre 40 anni, ho avuto (Leonardo) il primo figlio sei mesi fa e cerco di creare una dimensione, anche se ricca di contrasti e di sballottamenti emotivi, positiva e il più genuina possibile.
HFGM: Che musica ascolti in prevalenza? C'è un artista che preferisci particolarmente? PC: Qualche anno fa ascoltavo veramente tanta musica, ero affamato di notizie e stimoli. Ora l'attività professionale e le problematiche organizzative sempre più impegnative e logoranti mi hanno portato ad ascoltare sempre meno musica. L'ascolto della musica è sempre complicato, da una parte perché ho un rapporto conflittuale, dall'altra perché ascoltare con l'orecchio critico e tecnico e sentire qualcosa che veramente mi emoziona mi capita di rado. Per molto tempo ho ascoltato esclusivamente musica etnica-world, soprattutto quella brasiliana, jazz e musica creativa. Oggi riesco ad ascoltare con più tranquillità anche altri generi musicali, ma solo se mi capita per caso, e questo è buono perché vuol dire che ho superato quelle difficoltà e intransigenze che in passato avevo, dovute a un isolamento forzato dedicato alla formazione della mia identità di musicista. Ci sono tanti musicisti che adoro, se devo citarne uno solo, la mia scelta è semplice e rapida: l'amato amico e collega Nana Vasconcelos. A lui, come tanti miei colleghi, devo molto. Tra i dischi preferisco quelli molto ben registrati, dove ci sono veri musicisti che usano sapientemente gli strumenti acustici e l'elettronica. Gradisco i cd che rispettano le frequenze, le escursioni naturali dello strumento musicale. Questo richiede un buon impianto hi-fi per essere ascoltati, ma ne vale veramente la pena. Se pensi che certe frequenze stimolano il corpo umano, perché privarsi di questa fortuna? Capisco di essere impopolare, oggi i cd vengono confezionati con tagli a certe frequenze per fare in modo che quei prodotti si possano ascoltare dovunque in qualsiasi condizione. Questo fa sembrare che tutto sia facile, che suonare sia facile, peggiorando l'attenzione e l'educazione all'ascolto.
(Continua a pagina 2)
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