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che sono le radici del suo fare musica. Insieme ad Andrea Coppini spesso abbiamo messo in piedi progetti per letteralmente "rileggere" certi periodi storici del Jazz il più fedelmente possibile. Non fraintendere, io da sempre faccio Jazz elettrico con gli Urbanfunk oppure cose elettroniche con i DJ per cui alla fine è bello fare cose moderne e anche ricercare sonorità nuove e "tecnologiche" però, con Andrea ho sempre trovato la voglia di ritornare a quelle che sono le radici e, avendo iniziato a studiare con il Bop le nostre radici sono nel Bop. Quello che ci interessa è cercare di studiarle nella maniera più fedele possibile, senza portare "niente di nostro".
HFGM: In parallelo dunque stai portando avanti anche dei progetti che seguono un filone extrajazzistico. Quali sono? Su cosa ti orienti? FB: A parte gli album con gli Urbanfunk, un progetto che va avanti da anni, e con i quali ho appena finito di registrare un nuovo disco in uscita per Ottobre / Novembre, ho fatto un nuovo album che verrà presentato il 22 Marzo (2002, l'articolo è stato pubblicato dopo questa data N.d.R.); l'album si intitola Progetto Tattoo (tatuaggio), ovvero la metafora dell'innestare qualcosa su di un corpo ed in un certo senso "leopardizzarlo". Si tratta di musiche mie unite tramite campionatori elaborazioni al computer da un musicista elettronico che è Mario Leonelli dei "Govinda". Questo è un progetto completamente elettronico dove si fondono Jungle, House, Thecno, musiche algerine ed indiane, un progetto quindi molto aperto alle contaminazioni.
HFGM: Si parla di Bop e viene subito in mente Charlie Parker, un po' la quintessenza di questa musica. Sicuramente, con Luois Armstrong e pochi altri, uno dei più grandi musicisti del XX secolo. Una persona capace di suonare dieci note al secondo ed, in termini di accordi e alterazioni, in grado di vedere dove nessun altro aveva mai visto prima. Suppongo che tu non possa far altro che allinearti a queste definizioni… FB: Di mio su Charlie Parker c'è poco da aggiungere. Lui è stato, se non il più grande, sicuramente un grandissimo nella storia del Jazz…. Lui ha veramente rivoluzionato il Jazz a prescindere dall'aver inventato il Bop e non esiste un sassofonista moderno che possa non tenere conto di Charlie Parker. Ignorarlo significherebbe dirigersi subito su territori free, così da scartare a priori la sua musica. Lui era soprattutto un genio naturale; al contrario di Coltrane, che era geniale perché ha costruito, alimentato e sviluppato il suo genio, Parker era spontaneo, una forza della natura allo stato puro.
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