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LETTERE ALLA RIVISTA | 2002

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LETTERE ALLA RIVISTA

2002

LETTERA N. 7/2002  1 | 2 | 3 | 4

DIGITALE, ANALOGICO ED HIGH-END
Di Silvio …

Egregio direttore,

ci siamo! Senza cambiare neppure gli economicissimi cavi di potenza, sono riuscito ad ottenere una buona ricostruzione dell'evento sonoro. Ma la vera rivelazione è stato poter riascoltare i miei vecchi vinili di venti anni fa (li ho recuperati da pochi giorni): mi sembra ci sia un abisso rispetto al digitale, almeno con certe registrazioni; mi è passata la voglia di ascoltare CD. Possibile sia tutta colpa del mio Cambridge Audio D500? E' possibile "avvicinare" il suono analogico con un CD player senza spendere una fortuna?

Devo dire che un mio amico musicista, il quale spesso accompagna un grande autore/cantante suo corregionale, reputa che non ci sia molta differenza tra il suono di un CD economico e quello di un prodotto hi-end.
Avendo constatato sul campo la bontà dei suoi giudizi e l'efficacia dei suoi suggerimenti, desidererei conoscere il suo punto di vista anche su questo argomento.
Grazie.

Silvio …

Risponde Francesco Piccione

Ahia! Ecco il solito musicista che pensa, perché a contatto con gli strumenti musicali, di potere distinguere il suono di diversi lettori o perlomeno di potere effettuare giudizi corretti.

Il quesito posto dal lettore Silvio è particolarmente complesso, ma non di difficile risoluzione.
La questione verte sull'annosa diatriba tra il suono analogico e quello digitale, alimentata soprattutto dai nostalgici del vinile, spesso in possesso di impianti audio non perfettamente a

punto e, purtroppo, con le idee poco chiare. Lo ripeto per l'ennesima volta: per HI-FIGUIDE la questione non esiste. La presunta superiorità del suono analogico è in maggior parte presunta... E' in sostanza una posizione soggettiva di molte persone. Da ribadire, ancora una volta, che in realtà non si tratta di diatriba analogico/digitale, bensì tra il suono del vinile e quello del compact disc. I veri suoni, analogico e digitale, sono quelli dei master originali!

Riflettiamoci un momento.
Prescindendo dalla qualità delle registrazioni, in particolare di quelle digitali, anzitutto l'unico punto in cui realmente la sorgente analogica ha ancora un leggero margine di vantaggio è nella spazialità o della maggiore ariosità. E tutto il resto? Semplice: nella stragrande maggioranza dei casi, questo suono analogico è tipico della sua era, quella degli anni 80, sempre in rapporto alle migliori registrazioni dell'epoca.
Chi è in possesso di un buon impianto hifi, è certo che si tratta di un suono "antico" o vecchio. Tuttavia, per molti, come anche per il nostro lettore, è superiore, caratterizzato da una gamma media molto in evidenza, bassi discreti ma poco controllati, buona gamma alta (specie negli LP a 45 giri); il microcontrasto è discreto, ma dinamica e microdinamica decisamente scadenti. Infine, il timbro, punto di forza di molti analogisti: si tratta di un timbro spesso colorato, non neutrale, dovuto all'intera meccanica di lettura, ossia al sistema giradischi (per una migliore conoscenza e messa a punto, vedere libro "
La Sorgente Analogica").

Ascolto costantemente il suono del giradischi, più presso altri audiofili, dotati di ottimi giradischi. E' indubbio (e molti di questi si sono convinti), che la migliore espressione del suono del giradischi, si ottiene tramite le migliori registrazioni (OMR, Telarc, Reference, GRP, ecc.), ma si tratta di


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