|
2. Senza sprofondare in trattazioni troppo addentro la materia, quali regole fisiche e matematiche pratiche mi permettono di curare un progetto dimensionalmente corretto? Mi riprometto, comunque, di acquistare dei libri sull'argomento.
3. Se decidessi di adottare un crossover attivo per gli altoparlanti, è possibile collegarlo all'uscita pre/out del mio integrato, dividere il segnale in gamma alta e gamma bassa, mandare quella alta a un finale (che devo comperare) e la bassa farla rientrare nell'integrato per amplificarla? In ogni caso come faccio a scegliere la frequenza di taglio?
4. Nell'ipotesi, invece, di pilotare un sub oltre ai miei normali diffusori, siccome non ho l'uscita sub devo collegarlo ai morsetti degli speakers aggiuntivi. ma crea qualche problema lasciare l'altro canale scoperto e comunque l'ampli fornirebbe energia a tutta la gamma di frequenze solo che poi l'altoparlante sa riprodurre solo quelle basse, giusto? Si ha un sensibile spreco di risorse da parte dell'amplificatore? (da qualche parte ho letto che si dimezza l'impedenza).
5. Sempre parlando di sub: è meglio se il magnete pesa di meno a parità di sensibilità e risposta in frequenza? A regola dovrebbe avere una risposta più pronta agli impulsi, no? Sul depliant della Kenwood ho visto 2 progetti: uno in sospensione pneumatica e l'altro in bass reflex: prendendo un altoparlante di un'altra marca, ma delle stesse dimensioni posso inserirlo nel progetto "Kenwood"? Faccio questa domanda perché, sempre sul depliant, scrivevano che certi altoparlanti erano indicati per cabinet piccoli.
(Continua a pagina 2)
|
|